Cronache

Delitto Cogne, la villa maledetta. I turisti ci entrano per macabri saccheggi

Tutti alla ricerca di un souvenir nella villa scenario dell'omicidio del piccolo Samuele. Intanto è stata sospesa l'asta per la vendita dell'immobile

Delitto Cogne, la villa maledetta. I turisti ci entrano per macabri saccheggi

La famosa villa di Cogne, quella della tragedia del piccolo Samuele per cui la madre Annamaria Franzoni è stata accusata e condannata per omicidio, a distanza di anni continua ad essere protagonista per fatti di cronaca. La prima vicenda - si legge sul Messaggero - rigurarda la sospensione dell'asta per la vendita dell'immobile. La casa era stata pignorata a causa del mancato pagamento delle spese legali all'avvocato Carlo Taormina. Una pendenza di 275 mila euro, successivamente saliti fino a 450 mila. Il Tribunale di Aosta ha sospeso la vendita, potrebbe esserci stata una improvvisa ripresa della trattativa tra i coniugi Lorenzi e lo stesso legale.

L'altra vicenda riguarda un rito macabro che da anni non smette di interessare la villetta maledetta di Cogne, dove il piccolo Samuele nel 2002 perse la vita. Sono decine e decine le segnalazioni di turisti che valicano la porta di quella casa a caccia di un souvenir, un qualsiasi ricordo da portare a casa, un saccheggio senza precedenti, che lascia increduli. In quella casa un bambino è stato ucciso. Nel 2008 la corte suprema di cassazione ha riconosciuto colpevole del delitto la madre, Annamaria Franzoni. La donna ha scontato 6 anni di carcere e 5 di detenzione domiciliare, estinguendo la pena in anticipo per buona condotta, notizia comunicata successivamente il 7 febbraio 2019 dopo alcuni mesi dalla sua scarcerazione.