Cronache

Diciotti, l'atto d'accusa a Matteo Salvini: "Sequestro di persona aggravato"

Il ministro: "Io eletto, i giudici no"

La procura di Palermo ha inviato oggi gli atti dell'inchiesta su Matteo Salvini, contestando il blocco dei migranti a bordo della nave Diciotti, al tribunale dei ministri. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona aggravato, "commesso nel territorio siciliano fino al 25 agosto 2018 - informa una nota del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi - in pregiudizio di numerosi soggetti stranieri". Dell'avvio della procedura è stata data comunicazione al ministro Salvini, i carabinieri hanno consegnato una busta al Viminale. "Notifica degli avvisi è stata fatta anche ai soggetti da ritenersi persone offese del reato ipotizzato - spiega ancora la nota del procuratore - come previsto dalle disposizioni della legge costituzionale numero 1 del 1989 e della legge numero 219 del 1989".

La notizia la dà lo stesso Salvini alle 18 in diretta Facebook leggendo l'atto agli italiani che sono collegati in 25mila, informa. La notizia principale per il premier è che organi dello Stato "non eletti" indagano un altro organo dello Stato "eletto dal popolo". Su questa falsariga continua chiamando i suoi elettori "corresponsabili" delle sue azioni. Non si dice né preoccupato, né terrorizzato. E aggiunge di non avere tempo da perdere con gli avvocati. Cita i suoi soliti "nemici" che si fregheranno le mani, tra cui Saviano. E ripete più volte che ha sequestrato per più giorni, secondo i giudici, persone che sono già scappate senza farsi identificare.

Il procuratore Lo Voi specifica che "ai sensi delle disposizioni di legge, la competenza a svolgere le indagini appartiene al Tribunale dei ministri; nessun atto di indagine è stato quindici compiuto dalla procura, che ha pertanto proceduto esclusivamente sulla base degli atti ricevuti e degli elementi, in fatto e in diritto, allo stato dagli stessi ricavabili".

Dunque, dei quattro reati contestati dalla procura di Agrigento al responsabile del Viminale e al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi resta il sequestro di persona, cadono il sequestro di persona a scopo di coazione (l'ipotesi più grave), l'abuso d'ufficio e l'omissione di atti d'ufficio.