Cronache
Diciotti, non devono sbarcare. C'è il diritto al controllo del territorio
Saviano e Fico, interventi banali, prevedibili, stonati. Da parrocchia. L'analisi
Saviano e Fico, i vostri interventi sulla questione Diciotti sono banali, prevedibili, stonati. Da parrocchia. Da circolo Arci di periferia. Lontani mille miglia (marine) dalla prosopopea letteraria del gomorrino di Manhattan e dalla statura barbuto-istituzionale del guaglione di Pusìlleco. Cosa vuol dire "devono sbarcare". La Repubblica italiana prende ordini da voi? Il popolo italiano - che non ne può più di spacciatori marocchini, di stupratori nigeriani, di ladruncoli rom, di scassinatori egiziani - dipendono dai vostri rochi diktat?
No, quelli della Diciotti "devono" secondo voi sbarcare, ma non "possono" secondo me e secondo milioni di italiani: dico sbarcare illic et immediate, così come sono sulla banchina di Catania.
Prima di tutto perché il governo italiano ci perderebbe la faccia. E' stato già preso in giro con i 450 di Pozzallo. I Paesi europei si erano impegnati a prenderne almeno metà e invece solo la Germania ne ha presi 47, scegliendoli con interviste e visite mediche, come si fa al mercato con la frutta: le pere marce, immangabili si lasciano sul posto. Cioè a noi. Adesso non possiamo farci prendere per i fondelli una seconda volta, sennò diventiamo lo zimbello d'Europa: ci rideranno dietro ancor più di quanto già facciano adesso.
E poi, perché la "questione umanitaria" non può diventare uno strumento di ricatto. Ai ricatti, non si cede. Mai. Altrimenti si è perduti, travolti, asfaltati. Con le migliaia di chilometri di coste che abbiamo e con le isolette sparse in giro, ci saranno sempre disperati che si presentano sulla battigia o al molo, dicendo: siamo qua, non potete scacciarci, la vocazione italica all'accoglienza dice che dobbiamo sbarcare, lo dicono anche Saviano e Fico. E noi, che facciamo: li prendiamo tutti, li prendiamo sempre?
Non funziona così, signori. La prima sovranità di un Paese risiede nel controllo effettivo del territorio. Che significa controllo delle frontiere, controllo del flusso di chi entra e chi esce. Se molliamo ancor più su questo fronte - come pretendono il letterato Saviano e e il compagno Fico - possiamo anche inventare gli Italiens sans frontiéres e ci siamo tolti il pensiero: avremo seppellito l'Unità del 1861, la Vittoria del 1918 e la Repubblica del 1946. Nonché una Costituzione (1948) che predica, raccomanda e istituisce tanti precetti. Ma non quello di calare sistematicamente le brache.