Diffamazione Coop, condannati Caprotti, Belpietro e Nuzzi
Il direttore del quotidiano Libero Maurizio Belpietro e il conduttore del programma 'Quarto grado' Gianluigi Nuzzi sono stati condannati a dieci mesi di carcere assieme al fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, a cui sono stati inflitti sei mesi, nel processo col rito abbreviato su una presunta campagna diffamatoria ai danni della Coop Lombardia. Campagna che, secondo l'accusa, sarebbe stata realizzata attraverso telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di Vigevano (Pavia), il cui contenuto e' stato riportato in un servizio firmato da Nuzzi su Libero del 14 gennaio 2010. Belpietro e Nuzzi sono stati assolti dall'accusa di ricettazione aggravata e condannati per la calunnia, mentre Caprotti e' stato riconosciuto colpevole della diffamazione e assolto dalla ricettazione aggravata. Il 90enne fondatore del colosso della grande distribuzione era ritenuto dalla Procura milanese il "finanziatore della campagna diffamatoria" e accusato, in concorso con Nuzzi e Belpietro, di aver acquistato "un cd-rom contenente telefonate illecitamente registrate sulla linea telefonica di ufficio" del direttore della Coop di Vigevano, Maurizio Salvatori (si e' costituito parte civile), "ceduto" dai titolari di una societa', la Servizi d'Investigazione e Sicurezza (Sis), che "si occupava di gestione della sicurezza in Coop Lombardia".
Un'operazione effettuata, si legge nell'imputazione, per consentire a Belpietro e Nuzzi di realizzare, nel 2010, "un servizio giornalistico sfruttando il contenuto delle suddette intercettazioni illecite" e screditare la concorrente di Esselunga. Nuzzi e Belpietro erano accusati anche di calunnia perche' "sapendolo innocente incolpavano Daniele Ferre' (anche lui si e' costituito parte civile, ndr)", direttore degli affari generali di Coop Lombardia, di aver violato la legge per aver 'spiato' i dipendenti attraverso telecamere nascoste e intercettazioni audio e ambientali "simulando le tracce del reato attraverso l'acquisizione e la pubblicazione sull'edizione di Libero del 14 gennaio 2010 di un documento falso riprodotto nella sua integrita'". La Coop non si e' costituita parte civile nel procedimento, mentre il gup Chiara Valori, che ha pronunciato la sentenza, ha stabilito che i danni alle parti civili Salvatori e Ferre' debbano essere liquidati in separata sede.
Il gup di Milano Chiara Valori ha disposto la liberta' controllata per il direttore di Libero Maurizio Belpietro condannandolo a dieci mesi di carcere nel processo sul presunto spionaggio di Esselunga ai danni della Coop. Cio' significa che se la sentenza dovesse diventare definitiva, Belpietro potrebbe essere sottoposto a delle prescrizioni limitative della liberta' personale decise da un giudice della Sorveglianza. Ipotesi che appare peraltro improbabile perche' il processo e' a rischio prescrizione. A quanto si e' appreso in ambienti giudiziari, per Belpietro e' stata disposta la liberta' controllata e non quella condizionale, come per gli altri due condannati (Nuzzi e Caprotti), perche' ha gia' delle precedenti condanne passate in giudicato.
"Accogliamo con favore la sentenza del giudice che ha respinto l'accusa di ricettazione nei confronti di Bernardo Caprotti. L'ipotesi residuale di diffamazione era costruita sulla ricettazione: pertanto confidiamo che anche questa accusa cadra' in sede di appello". Lo sostiene, attraverso una nota, l'avvocato del patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, Ermenegildo Costabile, a proposito della sentenza del giudice di Milano che lo ha condannato a 6 mesi per diffamazione nell'ambito dell'inchiesta su una presunta campagna diffamatoria ai danni della Coop Lombardia.