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Cronache
Dossieraggio, il pericolo di affidare a un Serpico tutta la nostra privacy

Dossieraggio e accessi abusivi ai dati, il pericolo di affidare a un Serpico la nostra privacy 

Serpico, chi era costui? Ce ne eravamo dimenticati per anni, della sua esistenza, fino a quando lo scandalo dei dossieraggi denunciato dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone ci ha riaperto gli occhi. Eravamo pacificamente affezionati al bel film di Sidney Lumet del '73, in cui Al Pacino interpretava il celebre sbirro dai modi spicci. E quei pochi che ricordavano qualcosa, invece, della banca dati, battezzata maliziosamente proprio "Serpico", e mascherata dietro l'innocente acronimo "Servizio Per I Contribuenti", dovevano risalire a undici anni prima, governo Monti, quando era stato messo in funzione il maxi cervellone, collegandolo all'Anagrafe tributaria e all'Agenzia delle entrate. Immagazzinando nelle sue sinapsi elettroniche le nostre dichiarazioni dei redditi, le transazioni bancarie, le utenze di luce e gas, gli investimenti finanziari.

Qualcuno allora aveva gridato allo scandalo, alla fine del segreto bancario, alla limitazione della libertà di ogni cittadino, il quale in teoria avrebbe il diritto di fare quello che vuole con il suo denaro. Ma le superiori esigenze della lotta all'evasione fiscale avevano messo a tacere i protestatari. Dopo di allora, solo qualche timida interrogazione parlamentare, cui il fisco aveva seraficamente risposto che non c'era motivo di preoccuparsi, dal momento che le informazioni fiscali che si andavano accumulando nel cervellone di Serpico (fantastilioni e intoccabilioni di dati: copyright Walt Disney, Paperon de' Paperoni) sono "di pura lettura", ovvero "non dispongono di alcuna funzionalità di segnalazione automatica". Un bel sollievo! Tutte le nostre transazioni commerciali, compresi la vacanza estiva e l'anello acquistato per l'amante, allora riposano tranquilli...

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Ma, un momento, e se qualcuno invece, pur non disponendo di "segnalazione automatica", si fosse messo in testa di andare a sbirciare là dentro i nostri dati? E se avesse trovato qualcosa, e gli fosse venuta voglia di usarli contro di noi? Cosa che oggi, puntualmente, è avvenuta: il "verminaio" di cui parla Raffaele Cantone riguarda migliaia, e forse decine di migliaia di accessi clandestini a Serpico. Qui non entriamo nel merito politico della vicenda: il sospetto che il principale bersaglio fosse in particolare la Lega, e in generale i partiti di centrodestra. E anche il timore che, una volta finito nelle mani di servizi segreti ostili, quel materiale potesse essere usato per ricattare o neutralizzare politici italiani in posizione sensibile.

Limitiamoci a ragionare da comuni cittadini: non è un pericolo affidare a un Serpico qualsiasi i nostri segreti, la privacy, i progetti, le debolezze, i rapporti personali? Per il solo fatto di esistere, quel serbatoio è in realtà un abbeveratoio potenziale per spie, ricattatori e criminali. Materializzandolo nel formato tecnologico e cool delle carte di credito e di debito, con cui si eliminano i contanti, così vecchi e superati, si è messo in atto un gigantesco sistema di controllo e di potere sui singoli cittadini. Lo stesso, potenzialmente, che la Cina comunista ha realizzato, chiamandolo "tianluo diwang", "una rete che si dirama dal cielo alla terra", per entrare nella vita di tutti e arrestare i dissidenti. Pagare con la carta? E' bello, a patto di ricordare che esistono le commissioni, le profilazioni commerciali, i controlli bancari e, appunto, Serpico. Il Grande Occhio ci segue giorno per giorno e notte dopo notte , ma forse sarebbe meglio che qualcuno provvedesse a spegnerlo.

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