Cronache
Entrate, Debiti fiscali con l'Erario pagabili in 72 rate. La svolta
Obbligo per l'Agenzia delle Entrate-Riscossione, ex Equitalia, a rateizzare i debiti dei cittadini in 72 rate. Lo stabilisce sentenza di commissione tributaria
DEBITI CON L'ERARIO, ENTRATE RISCOSSIONE: SI POTRANNO PAGARE IN 72 RATE
L'Erario deve favorire i cittadini. Svolta per un terzo degli italiani, i tanti che hanno debiti con l'erario. Da oggi l'Agenzia delle Entrate-Riscossione (prima si chiamava Equitalia) ha l'obbligo di concedere la dilazione dei debiti e di renderli pagabili in 72 rate (6 anni). La possibilità per il cittadino è un obbligo per l'ente pubblico e il contribuente in difficoltà non deve supportare la richiesta con una documentazione. Cioè il contribuente non deve dimostrare di essere in uno stato di difficoltà economica, come chiedeva di fare in passato Equitalia o l'Agenzia. Lo ha stabilito una sentenza tributaria della commissione provinciale di Sondrio (sentenza n° 133/02/2017) e le motivazioni rese pubbliche nelle scorse ore lo spiegano: per la commissione l'articolo 19, comma 1, del dpr 602/73 era già chiaro anche se Equitalia o l'Agenzia chiedevano una prova documentale a dimostrazione della condizione di difficoltà del cittadino. Ora il quadro cambia perché la «concessione» che l'Agenzia fa, spiega chiaramente la commissione tributaria, «sta ad indicare un obbligo e non una facoltà in capo all'agente della riscossione». E il cittadino non necessità di alcuna prova documentale per debiti con le Entrate inferiori a 60000 euro.
ENTRATE, DEBITI CON ERARIO: ITALIA UN PAESE DI INDEBITATI
21 milioni di italiani nel 2017 hanno debiti con Equitalia (ora Agenzia delle Entrate-Riscossione), più precisamente con gli oltre 8000 enti creditori per cui le Entrate esercitano la riscossione. Il numero di italiani con debiti lo ha riferito la scorsa primavera l'Ad dell'agenzia pubblica di riscossione Ernesto Maria Ruffini, in audizione presso la commissione Finanze alla Camera. Equitalia è stata sostituita dall'1 luglio del 2017 dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Ma se a questi 21 milioni che hanno debiti con le Entrate aggiungiamo coloro che ne hanno con finanziarie e banche e a chi con parenti ed amici si può avere un quadro d'insieme di come in pochi anni la situazione economica italiana sia mutata: da Paese di “grandi risparmiatori” a Paese di debitori e costantemente in crisi.
"Il 53% ha accumulato pendenze che non superano i 1000 euro" e il "74% dei contribuenti ha debiti sotto i 5000 euro", ha riferito Ruffini. E nel 2017 sono in molti casi iscritti a ruolo dagli enti impositori debiti con oltre 15 anni fa. Sarebbe infatti di 817 miliardi l'ammontare complessivo da dare al fisco. Ma il 43% è difficilmente recuperabile visto l'elevato spazio di tempo trascorso dalla sanzione.
DEBITI CON L'ERARIO, LA SENTENZA CHE LI RENDE PAGABILI IN 72 ORE
La vertenza che obbliga l'Agenzia delle Entrate-Riscossioni alle 72 rate (6 anni) e senza scelta si è risolta nella città di Sondrio dove un ricorrente ha presentato istanza alla commissione tributaria per 3668,63 euro di debito con l'erario. Da oggi sarà più chiara la norma e per debiti fino a 60000 euro si può chiedere una rateizzazione presentando una semplice domanda, dichiarando la temporanea situazione di difficoltà economica e nessuna ulteriore documentazione. Gli italiani che hanno un debiti verso il fisco di queste dimensioni sarebbero non meno di 17 milioni. Nel caso invece in cui le somme iscritte a ruolo sono di importo superiore a 60000 euro la dilazione può essere concessa se il contribuente documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà.
Ma come si sa le vertenze italiane non sono mai lineari. Se una norma da ossigeno al cittadino ce ne è un'altra che attribuisce discrezionalità all'Erario. L'Agenzia delle Entrate-Riscossione, ha poteri rafforzati rispetto ad Equitalia. In caso di debiti, se lo ritiene, potrà immediatamente accedere alle banche dati per verificare quali sono i crediti e qual è il patrimonio del contribuente che il Fisco ha la facoltà di aggredire per rifarsi di eventuali mancati pagamenti. Il sistema così, anche se la Corte Costituzionale dichiara illegittima la pratica, costringe il contribuente a pagare e poi eventualmente a ritornare in possesso dei suoi beni, se dimostra di aver ragione. Per fare tutto ciò, per pagare avvocati e consulenti, il cittadino dovrebbe comunque avere altre risorse, non si sa reperibili dove però soprattutto se è in uno stato di difficoltà economica.