Cronache
Gender X, la femminista Terragni dice no: "Violenza su un essere umano inerme"
La giornalista, nota per le sue battaglie contro l'utero in affitto, si scaglia contro la cancellazione di "maschio" e "femmina"
"Maschio" e "femmina" cancellati tout court, e sostituiti dal neutro Gender X.
A New York, il Consiglio Comunale ha deliberato che i genitori possano iscrivere all'anagrafe i propri figli neonati non come femminuccia o maschietto, bensì come imprecisati esseri privi di un genere definito, per l'appunto "genere X". Ovviamente, vista la tenerissima età del bambino, quest'ultimo non avrà alcuna facoltà di esprimere il proprio parere favorevole o contrario al riguardo, né occorrerà la diagnosi di uno specialista o di un medico. Padre e madre - anzi, genitore 1 e genitore 2 - potranno decidere ad libitum di apporre un sigillo ufficiale alla cancellazione del genere dei propri figli appena nati.
Una decisione piuttosto arbitraria che ha visto dividersi l'opinione pubblica americana, e sollevarsi obiezioni anche in Italia. Una voce contraria fra le tante, quella di Marina Terragni, giornalista orgogliosamente femminista, nota per le sue battaglie contro utero in affitto e maternità surrogata, che le hanno valso plausi ma anche molte "difficoltà" (per utilizzare un eufemismo) con la comunità LGBTQ.
Sul suo sito ufficiale, la giornalista esprime i propri dubbi sulla scelta del Consiglio Comunale di New York, articolando le sue perplessità in merito. Specie dopo le dichiarazioni del presidente dell'Arcigay Gabriele Piazzoni, secondo il quale la suddetta procedura sarà utile ai “tanti bambini intersessuali”, che nascono con caratteri sessuali non chiaramente definiti.
Marina Terragni smonta questo concetto, puntualizzando che: "il provvedimento non riguarda i bambini diagnosticati come intersessuali – non serve, appunto, alcuna diagnosi medica - ma potenzialmente tutte le bambine e i bambini nate e nati con organi sessuali perfettamente conformati e corrispondenti al genere femminile e maschile [...] Questo pone un enorme dilemma etico: che cosa fonda il supposto diritto dei genitori a non tenere conto del sesso biologico della figlia e del figlio e di optare invece per l’indeterminazione di genere, ovvero di farlo crescere né femmina né maschio a dispetto della verità del suo corpo? Esiste una potestà genitoriale che possa spingersi fino a questo punto di invasività nella vita della figlia e del figlio, vita che non appartiene MAI ai genitori? Si tratta di una violenza inaccettabile su un essere umano inerme".
La Terragni prosegue: "Le nate e i nati intersessuali non sono affatto “tanti”, come sostiene Piazzoni, ma costituiscono un’esigua minoranza valutata tra lo 0,05 e l’1,7 per cento [...] In gran parte dei casi, quindi, la condizione di intersessualità si potrà constatare solo al momento dello sviluppo o comunque molto tempo dopo la nascita. Il sesso biologico è un fatto e l’identità di genere un costrutto: non serve affatto negare la realtà del proprio corpo per comportarsi, vestirsi, vivere come meglio si ritiene e amare chi si ritiene. Negare la realtà del corpo è un fatto violento e non necessario".
La giornalista tira in ballo anche questioni più ampie, relative a presunti interessi economici delle multinazionali del farmaco: "Negare la verità del corpo alimenta gli enormi profitti di Big Pharma e Big Fertility, che hanno tutto l’interesse a rivenderti il corpo come un prodotto" e, attingendo al suo background femminista, punta il dito sul fatto che: "Negare la verità del corpo – le sue potenzialità, i suoi limiti - è una pratica maschile. Su questa pratica si fonda l’intero edificio patriarcale. Negare la verità del corpo è una mossa drammaticamente misogina. Come può Arcigay salutare con entusiasmo questa roba?".
Argomentazioni coraggiose e decisamente controcorrente che, senz'altro, faranno discutere suscitando un vespaio di polemiche negli ambienti di Sinistra e nella comunità gay, specie alla luce delle dichiarazioni sull'argomento da parte dello stesso Ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il quale, sui suoi profili social, ha ribadito: "Mentre in Italia stiamo lavorando per rimettere MAMMA e PAPÀ sui documenti, altrove cancellano maschi e femmine dal certificato di nascita... Non ho parole!".
Tutto ciò a riprova della complessità della materia, che spesso vede convergere sulle stesse posizioni intellettuali di Sinistra come per l'appunto Marina Terragni ed esponenti istituzionali leghisti come Matteo Salvini.