Cronache

Ginnastica ritmica: "Violenze e umiliazioni per non farci mangiare". Il caso

Le testimonianze: "Ho tentato due volte il suicidio. Mi hanno rovinato la vita". "A 13 anni ero anoressica". La Federginnastica annuncia un'inchiesta interna

Farfalle azzurre costrette a non mangiare per non ingrassare

Esplode il caso delle "farfalle azzurre". Le ragazze della ginnastica ritmica hanno deciso di vuotare il sacco ed emergono agghiaccianti racconti sulle "diete forzate". Giovani atlete costrette dai loro allenatori a non mangiare per non ingrassare. Dopo Nina Corradini arriva anche la testimonianza di Anna Basta: "Per la ginnastica ho tentato due volte il suicidio". Lei è bolognese e - si legge su Repubblica - ricorda bene le notti passate in piedi, a piangere. Per due volte, l'ex stella della Nazionale di ritmica ha pensato al suicidio: "Una volta non ho agito perché è entrata una persona in stanza e mi sono scossa. La seconda ero in mezzo alla gente". Le sue memorie si ricavano dalle vecchie chat, dagli scambi con la madre su WhatsApp. È il 2019 e una mattina, alle 9.13, dopo non aver chiuso occhio (nelle orecchie "le urla delle allenatrici per il mio corpo") l'ex ginnasta si sfoga così: "Ho sognato la bilancia, un incubo". Altro messaggio: "So che in 2 giorni posso tornare al peso di prima ma non devo toccare cibo".

Purtroppo i casi di Nina e Anna - prosegue Repubblica - non sono isolati e le vittime di abusi mentali sono anche ex ginnaste che non sono arrivate al loro livello. Vanessa, sotto il profilo di Anna, per esempio, si confessa così: "La ritmica mi ha rovinato la vita. Mi sono ammalata a 13 anni di anoressia, era il 1997, facevo agonismo. La mia istruttrice mi costrinse ad arrivare a 35 chili per 157 centimetri d'altezza. All'intervista di Nina Corradini, la Federginnastica ha risposto ieri con un comunicato: "Non tolleriamo alcuna forma di abuso. Lo sport, con la ginnastica in primis, è rispetto della persona, celebrazione del talento e del benessere. Sono state date disposizioni perché siano immediatamente informati la Procura Federale e il Safeguarding Officer per gli accertamenti e le azioni di rispettiva competenza. Su questi profili la Federazione è impegnata a migliorare sia l'informazione che la prevenzione".