Cronache
Giovanna Pedretti, i funerali. I famigliari: "Niente fiori, fate beneficienza"
L'ultimo saluto alla ristoratrice titolare della pizzeria "Le Vignole". Lo striscione: "Stampa e tv rispettate la famiglia, non fatevi vedere più"
Giovanna Pedretti, i funerali a Sant'Angelo Lodigiano: "Stampa e tv, non fatevi vedere più"
Oggi, per l'intera comunità di Sant'Angelo Lodigiano, è il giorno del dolore: nella basilica del paese, alle 10, si sono celebrati i funerali della ristoratrice 59enne, titolare della pizzeria "Le Vignole", trovata senza vita domenica scorsa nelle acque del Lambro.
"Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere più", è lo striscione fuori dalla chiesa firmato «S. U.», gli ultrà del Sant'Angelo Lodigiano, la squadra di calcio della città che milita in serie D. I tifosi, che frequentavano la pizzeria di via XX Settembre, conoscevano bene la donna e la figlia Fiorina. Inoltre, è stata accolta la richiesta dei parenti, quella di evitare l'acquisto di fiori o corone ma di effettuare, per chi vorrà, delle donazioni all’associazione "Genitori e amici dei disabili", al gruppo il Maggiolino (realtà con cui Giovanna Pedretti aveva già organizzato diverse iniziative e raccolte fondi nel suo locale) e alla casa di riposo Santa Cabrini di Sant'Angelo Lodigiano. Una folla enorme, silenziosa, si è stretta nel dolore intorno alla famiglia Pedretti. La figlia Fiorina e il marito Nello, l'uomo con cui la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano divideva tutto, casa e lavoro, da tanti anni, uniti ancora di più dopo la tragedia. Uno vicino all'altro per darsi forza dopo tutto quello che è accaduto negli ultimi dieci giorni, dalla quella recensione trovata su Google alle polemiche social e alla morte.
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Funerali di Giovanna Pedretti, l'omelia
"Quante note stonate abbiamo dovuto ascoltare in questi giorni - ha detto don Raimondi -. Da un parte il dolore di chi si è sentito attaccare, una persona che ha sempre fatto qualcosa per rendere questo mondo migliore. Dall'altra il giudizio sommario, di chi parla senza sapere. Di chi costruisce castelli di carta, di chi cerca dove anche c'è del bene che pensa ci sia un tornaconto. Ora c'è una famiglia che chiede silenzio. Abbiamo vissuto l'invadenza, l'insistenza del diritto d'informazione, l'arroganza di chi pensa di poter distruggere. Ricordiamo l'onestà e la generosità di Giovanna.
Un errore forse ha fatto Giovanna: aver per un attimo pensato che oltre agli estranei accusatori che hanno dubitato di lei, potessimo aver dubitato di lei anche noi che la conoscevamo. Bisogna impedire ai leoni di tastiera di distruggere tutto. Ora è il momento del silenzio. Cosa non abbiamo fatto, cosa avremmo potuto fare? Siamo convinti che non sia successo nulla di così grave. Ma quante volte Giovanna ha consolato noi, quante volte ci è stata vicina. Anche il silenzio ora, si trasforma in una parola, che dice rispetto".