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Guerra, altro che zainetto e coltellino. La "life coach" ci spiega cosa serve davvero in caso di conflitto. Il kit di sopravvivenza
Il video con il "kit di sopravvivenza" della Commissaria Europea ha fatto discutere. Questa l'opinione di Fabrizia Ieluzzi, Mental Coach

Il vero "kit di sopravvivenza" alla guerra secondo la Mental Coach
Ha fatto il giro del mondo e soprattutto ha fatto discutere il video in cui il Commissario Europeo, Hadja Lahbib, mostra il suo "kit di sopravvivenza" per le prime 72 ore in caso di guerra. Un filmato in cui la Lahbib mostra la sua borsetta con alcuni oggetti imprescindibili: occhiali, carica cellulare, coltellino svizzero, un mazzo di carte. Le immagini hanno fatto discutere parecchio, soprattutto sul fatto se sia stato corretto dare oggi un'informazione simile che di fatto ci avvicina ad un'idea di guerra che sinvece speriamo tutti lonatana, invece che stemperare il clima. Abbiamo chiesto a Fabrizia Ieluzzi, mental Coach, non solo cosa pensasse di questo filmato ma soprattutto come e con che cosa dovremmo prepararci ad un'eventualità simile.
“Ammetto a primo acchito di aver sorriso e subito dopo in realtà di essere rimasta basita".
Perché e cosa l'ha fatta sorridere?
"Perché mi è parso evidente il tentativo umoristico di mostrare l’improbabile contenuto di una borsa anti crisi e in tutta onestà ci ho messo un po’ a capire che non era uno sketch".
Al netto dell'ironia... Cosa si può capire e soprattutto cosa si può fare?
"Da coach esperta in comunicazione non verbale, mi soffermo sul messaggio “be prepared be safe” veicolato in modo scanzonato ma stonato rispetto al tema reale. Cosa dovrei portarmi a casa guardando questo video? Qual è il messaggio? Qual era l’obiettivo? Per essere preparati ad una crisi o una guerra non basta certo avere uno zainetto da campeggio, con una torcia e qualche genere di prima necessità. È irrealistico oltre che superficiale. La verità è che nessuno ti può allenare ad avere la forza mentale che ti serve per affrontare catastrofi e guerre. È un po’ come quando hai un familiare molto malato e quindi ti prepari al lutto che verrà, magari concentrandoti sulle parti pratiche e burocratiche. Ti serve a soffrire meno? No. Ti serve ad essere pronto? No".
Quindi, abbiamo perso in partenza, a prescindere?
"Un poco si. La verità è che non si è mai emotivamente pronti ad un evento traumatico. E ridurre tutto ad una gag non aiuta. Soprattutto se a farlo non è un comico.”