Cronache
I mille punti oscuri di un incidente mortale da archiviare
Carlo Patrignani
Spetta ora al Gip della Procura di Roma far luce sulla dinamica dell'incidente del 7 aprile scorso in cui perse la vita il 35enne medico specializzando in anestesia e rianimazione Riccardo Patrignani che, secondo la relazione dei vigili, giunti sul posto più di un'ora dopo l'evento e fatta propria dal Pm Roberto Felici lo ha portato a chiedere l'archiviazione del procedimento per omicidio colposo in quanto non ci sarebbero responsabilità a carico di Stefano Moro, il conducente del furgone della Hertz.
La tesi sin dall'inizio sostenuta dai vigili sulla base delle dichiarazioni spontanee rese dal Moro e confermate da due premurosi coniugi accorsi a tambur battente una settimana dopo l'evento al comando e dall'autore della telefonata al 118, sarebbe questa: il medico a bordo dello scooter Kymco avrebbe sorpassato a destra i due Sh Honda dei testi per poi rientrare a sinistra e, per motivi imprecisati, avrebbe quindi perso il controllo del mezzo andando a sbattere, a urtare posteriormente il furgone che avanti di una decina di metri rallentava per consentire ai veicoli che scendevano dalla rampa laterale di Porta Pinciana di immettersi sul Muro Torto.
Irresponsabilmente il medico con il suo Kymco, che è nettamente inferiore per potenza e velocità ai due Sh Honda, uno dei quali 300 di cilindrata, si sarebbe prodotto, per effetto di una manovra azzardata a forma di 'esse', le fatali ferite interne, tutte sul fianco destro, al rene soprattutto, al fegato e al polmone come si evince dalla cartella clinica del pronto soccorso del Policlinico Umberto I dove giungeva in codice rosso. Nessuna frattura ossea significativa nè alle gambe nè alle braccia, nè al viso nè trauma cranico irreversibile.
A smentire clamorosamente questo quadro, ci sono altre testimonianze sostanzialmente divergenti che hanno escluso la presenza di detriti e frammenti in terra, come di altri scooter, a parte il Kymco ritrovato a ben 58,40 metri dal supposto punto d'impatto: secondo queste testimonianze rese a fine maggio a seguito di appelli usciti sui media da metà aprile 'chi sa parli', sarebbe stato il furgone che si immetteva dalla rampa laterale a velocità sostenuta e senza rispettare lo stop, a colpire lo sfortunato medico che procedeva sulla sua corsia di destra: un colpo violento probabilmente da tergo che lo sbalzava dallo scooter facendolo volare per qualche metro prima di finire riverso a terra con gli abiti, giacca a vento e jeans, letteralmente aperti da un lungo taglio a forma di 'esse'.
A fronte di queste testimonianze difformi, il Pm non adottava, come da prassi, la prova cinematica, del resto mai presa in considerazione, che consente di ricostruire con un elevato margine di certezza la dinamica dell'incidente imposta dalla delicatezza del caso, nè provvedeva a un supplemento di indagini: quel giorno, ad esempio, il Moro residente a Merlino (Lo) poteva esser alla guida del furgone visto che era stato noleggiato da altra persona, Massimiliano Sanesi? E perchè non è stato verbalizzato che conduceva un mezzo a noleggio che, è ben noto, prevede uno specifico e dettagliato contratto? E il furgone era o no fornito di Gps che consente di verificare l'esatto tragitto percorso dall'indagato? E ancora, visto lo stato dei veicoli posti sotto sequestro ed in particolare del Kymco c'e' compatibilità tra l'ipotesi di tamponamento o di urto e il suo stato? Si è appurato quale è stato esattamente il corpo contundente che può aver provocato ferite così profonde e tutte circoscritte sulla parte destra? Ci vuole molta rassegnazione per poter accettare che il Kymco voli per 58,40 metri dal supposto punto d'impatto semplicemente per aver urtato posteriormente il furgone prontamente parcheggiato accanto al marciapiedi di destra di fronte al Galoppatoio.
Insomma, i punti oscuri da chiarire, come richiesto nell'opposizione all'archiviazione, sono tanti e assai importanti, a cominciare dal fatto che i premurosi coniugi precipitatisi al comando dei vigili per effetto degli appelli 'chi sa parli' usciti negli stessi giorni, hanno duvuto chiudere nel 2010 la loro attività, un negozio d'abbigliamento, ritrovandosi con cambiali protestate. Per carità, di questi tempi, succede, però...
E come non bastassero queste, c'è da 'lottare' da alcuni mesi con una certosina ossessiva prescrizione procedurale di una banca modello, superefficiente, la Mediolanum, per poter accedere alla successione milionaria dei depositi dello sfortunato medico: l'ammontare dei suoi risparmi è di appena 16 mila euro, ma il trasferimento agli eredi legittimi, passato al vaglio prima dell'Agenzia delle Entrate e poi sottoposto a un'infinità di codici e codicilli, è come ricevere la grande fortunata eredità dello zio d'America!