Cronache
Il mosaico perduto di Caligola torna a casa: a Nemi al Museo delle Navi romane
Nel rispetto delle normative Covid-19 sarà consentito l'ingresso gratuito nel museo ad un massimo di 80 persone contemporaneamente
Dopo le chiusure legate all'emergenza Covid-19 che hanno sospeso la possibilità di visitare i Musei, per consentire a tutti i cittadini di ammirare il misterioso e affascinante mosaico perduto di Caligola, capolavoro appena entrato nelle collezioni del Museo delle Navi Romane, il Comune di Nemi e la Direzione Regionale Musei Lazio promuovono due giornate dedicate al mosaico.
In occasione dei giorni di festa per il Comune di Nemi concomitanti alla Sagra delle fragole, che si svolgerà via Social e la Biennale d'arte Internazionale dei Castelli Romani: il 5 e 6 giugno il Museo aprirà le porte a tutti i cittadini gratuitamente. Il mosaico perduto proveniente dalle navi di Caligola, esportato illegalmente in America nel dopoguerra e restituito all'Italia grazie all'azione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, è tornato in esposizione dall'11 marzo 2021 presso il Museo delle Navi Romane di Nemi. Inoltre il giorno sabato 29 maggio il critico d'arte Vittorio Sgarbi visiterà il Museo Nazionale delle Navi di Nemi facendo omaggiando al mosaico di Caligola. Nel rispetto delle normative Covid-19 sarà consentito l'ingresso gratuito nel museo ad un massimo di 80 persone contemporaneamente.
Il Mosaico
Il mosaico a intarsi marmorei (opus sectile) faceva parte delle ricche decorazioni presenti sulle pavimentazioni delle due navi dell'imperatore Caligola. Proveniente dagli scavi condotti nel 1895 da Eliseo Borghi, fu restaurato con materiali diversi e con integrazioni moderne. L'inserimento in una cornice moderna, presente anche sul retro, non consente più di cogliere i dettagli costruttivi, che possono però essere ricostruiti grazie agli altri frammenti conservati nel Museo.
Esportato illegalmente nel dopoguerra, il mosaico è stato restituito al Museo delle Navi Romane grazie all'azione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che, con la fattiva collaborazione di esperti del settore, hanno individuato il pavimento in una collezione privata a New York, consentendone il sequestro e la riconsegna all’Italia.