Cronache
Impagnatiello, le ricerche choc sul web: "Come uccidere un feto col veleno"
Progettava il delitto da mesi, il topicida non era per Giulia ma per il bimbo che portava in grembo. Svelato il piano, era tutto premeditato da mesi
Omicio Senago, il piano dell'orrore di Impagnatiello. Prima il feto e poi Giulia
Continua a far discutere l'omicidio di Giulia Tramontano, la 37enne uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello a coltellate a Senago, alle porte di Milano. Tre mesi sono trascorsi dal massacro della ragazza e del bimbo che portava in grembo, i carabinieri e la Procura dopo l'efferato omicidio - si legge su Repubblica - hanno lavorato a fari spenti. Non ci sono ancora risultati definitivi: quelli ad esempio della complicatissima autopsia su un corpo straziato da 37 coltellate e bruciato due volte prima di essere incellophanato, avvolto in sacchetti di plastica e gettato in quell’oscena discarica dietro a una fila di box che diventò pubblico altare di una processione laica. In quel luogo, ora c’è un murale per Giulia e Thiago, come la donna avrebbe voluto chiamare il suo bambino. Non c’è nemmeno la relazione definitiva degli esami tossicologici o quella delle analisi sui device elettronici del bartender: arriverà a settembre.
Ma le risposte cominciano ad arrivare alle domande residue, quelle rimaste dopo la confessione di Impagnatiello, ormai schiacciato dal lavoro degli investigatori e dalle goffe toppe messe al suo piano di morte. Quando, cioè, - prosegue Repubblica - ha iniziato a morire Giulia Tramontano? E da quanto tempo il compagno aveva maturato quel piano? Tracce di veleno per topo nei tessuti, dunque, compatibili con le due bustine trovate in casa.