Cronache

Le carte di Affari/ Bari, ecco come funziona il sistema Puglia

di Antonio Amorosi

Mln anche dal Fondo Europeo Sviluppo Regionale. Gare truccate e la Puglia di Emiliano dà milioni ad imprese amiche che poi assumono per drenare voti a sinistra

Come è possibile che in Regione Puglia non sapessero? L’inchiesta nasce addirittura dalla denuncia di una dirigente della Regione eppure l'ex assessore regionale Pisicchio (nella foto di fianco al presidente Michele Emiliano), indagato per corruzione, aveva ricevuto nel dicembre scorso una nuova nomina di rilievo dalla Regione. L’indagine era in piedi dal 2019

Un ciclone giudiziario si è abbattuto sulla Puglia. Al centro dell’indagine della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza non c’è solo una gara d'appalto da “oltre 5 milioni e mezzo di euro”, aggiudicata dal Comune di Bari nel 2019 ma anche i milioni del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, rispettivamente 3,1 milioni di euro e 9,1 milioni, anticipazioni di denaro alle quali sarebbero seguiti altrettanti milioni dalla Regione Puglia. E per un danno per la Regione e lo Stato quantificato in 7,7 milioni di euro. Sulla scena appalti pilotati, fideiussioni false, richieste fondi, assunzioni di comodo nelle società alle quali veniva fatta vincere la gara, falsi broker, un sistema di raccolta voti, denaro e corruzione, con la cosa pubblica diventata un bancomat per la truffa.

La gara pilotata al Comune di Bari e l’assunzione della moglie del dirigente che la fa vincere

La gara da 5 milioni sarebbe stata pilotata da un dirigente del Comune di Bari, Francesco Catanese, barese di 59 anni, in cambio dell’assunzione della moglie, in una delle imprese della rete di affari. A monte del tutto "un patto corruttivo", scrivono gli inquirenti, "con l'intermediazione" dei fratelli Pisicchio. Parliamo di Alfonsino Pisicchio, uomo immagine del partito politico di sinistra Iniziativa Democratica (lista civica di coordinamento degli amministratori locali di sinistra), ex assessore regionale della prima giunta di Michele Emiliano del Pd e politico di lungo corso (già nel 1990 era assessore al Comune di Bari) e di Enzo Pisicchio, presidente di Iniziativa Democratica (Alfonsino ne è anche coordinatore).

Entrambi i fratelli sono finiti gli arresti domiciliari con accuse che vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio alla corruzione per l’esercizio della funzione, turbata libertà degli incanti, emissione di fatture per operazioni inesistenti, falsità materiale, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

La gara da 5 milioni riguardava l'affidamento esterno del Comune di Bari delle attività di supporto alla gestione e riscossione volontaria e coattiva delle imposte comunali (Tarsu, Tares, Tari, Ici e Imu).

Il tassello determinante per pilotare l’esito proprio il dirigente del Comune, Catanese, e per questo finito anche lui agli arresti domiciliari. Catanese avrebbe scelto di attribuire un punteggio maggiore all’offerta tecnica delle imprese, anziché all’offerta economica nella gara per la riscossione delle tasse comunali, “adducendo due motivazioni”, scrivono gli inquirenti, “perseguire il bene dell’Ente comunale, assegnando un peso maggiore alla qualità del servizio, e voler mantenere una linea di continuità con i precedenti bandi di gara del settore”. Sarebbe però andata in modo diverso, scrivono i magistrati.

“La reale finalità perseguita”, dice l’accusa, “è stata quella di favorire l’aggiudicazione” della gara da 5 milioni di euro al raggruppamento composto dalle società Golem Plus, Creset e Arca Servizi “per tornaconto personale, consistito nell’assunzione della moglie” in un’altra società dell’imprenditore di riferimento, Giovanni Riefoli. La Golem Plus, che vince l’appalto a Bari, è sempre di Riefoli, spiegano gli inquirenti. Alla regia dell’intreccio Enzo Pisicchio, come emerge anche dalla telefonata del 10 ottobre 2019.

Enzo Pisicchio: “Tra l'altro Catanese, che è quello che deve valutare alcune situazioni sul progetto...”

Annalia Mongelli (persona a lui vicino, ndr): “E’ morto”

Enzo Pisicchio: “Più o meno, ti ricordi che io gli feci assumere la moglie, che sta da Riefoli, la moglie no?”

Annalia Mongelli: “Uhm, eh si, quello che ti ha imposto di assumere la moglie”

Enzo Pisicchio:”Eh, eh”

Annalia Mongelli: “Certo”

A Enzo e Alfonsino Pisicchio, indagati, vengono contestati 156.000 euro finiti al partito Iniziativa democratica. Ci troveremmo di fronte a un finanziamento illecito ai partiti, avvenuto quando nel 2019 Alfonsino Pisicchio era consigliere regionale e coordinatore del soggetto politico, presieduto dal fratello Enzo.

Il sistema Puglia non si ferma a Bari e serve a costruire il consenso: i voti

La Procura di Bari descrive il meccanismo politico affaristico come un “sistema”. Ad esempio è il caso della NIR srl, dell’imprenditore veneto Diego De Fecondo. Un esempio? NIR avrebbe ottenuto “oltre 3 milioni” dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, utilizzando una fideiussione falsa procurata dal finto broker assicurativo Cosimo Napoletano.

Nella NIR srl, conferma il giudice per le indagini preliminari Ilaria Casu, dovevano essere assunte “persone indicate dalla Punzo (altra indagata, ndr), dal Pisicchio (Enzo, ndr) e dal Napoletano”.

“La gravità delle sue condotte”, scrivono gli inquirenti riferendosi ad Enzo Pisicchio, “la spregiudicatezza mostrata nella commissione dei reati finalizzata a soddisfare un incontenibile ‘appetito’ di utilità (pc, telefonini, mobilio per la casa, la finta assunzione di sua figlia Rebecca, pagamento per mano del Riefoli, della festa di laurea di sua figlia, ingenti somme di denaro contante), rendono evidente che a suo carico sussiste il pericolo di reiterazione del reato”.

“Numerosissime sono state le conversazioni telefoniche ed ambientali”, dice l’accusa, “dalle quali si evince il funzionamento del '’sistema’ realizzato dai due fratelli, con la partecipazione e connivenza dell'imprenditore (Riefoli, ndr), dal quale tutti hanno tratto vantaggi”.

La politica alimenta l’economica di alcune imprese che poi assumono e restituiscono voti alla politica che l’ha aiutata ad affermarsi, un vecchio modello consolidato in tutto il Belpaese. Ma ci sono anche cose da poco, favori, frigoriferi, computer da comprare, come quello al dirigente regionale Vincenzo Rinaldi, indagato nell’inchiesta, al quale viene contestata una tangente di 90.000 euro.

L’ente Puglia come poteva non sapere? La chiave? La denuncia di una dirigente regionale. L’indagine che ha portato agli arresti in Puglia nasce nel 2019

I reati contestati all’ex assessore regionale Pisicchio, insieme ad altre 6 persone (una in carcere, 4 agli arresti domiciliari, a 2 è stato imposto il divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi), sono gravi, gli indagati in tutto sono 15 e per vari tipi di reati confermati da un cumulo di intercettazioni.

L’aspetto singolare di tutta l’operazione è che l’indagine sarebbe stata aperta, come riportano le carte, nel 2019, e finita davanti al Gip nel 2020. Quindi è nata circa 5 anni fa e dalle nostre fonti sembra che i contenuti fossero conosciuti negli ambienti pugliesi che contano. Nel 2020 la Procura di Bari ha effettuato anche perquisizioni e sequestri, quindi il caso non poteva essere sconosciuto. E il presidente Michele Emiliano è un politico molto attento ed ex magistrato, distintosi per le indagini sulla Sacra Corona Unita.

Tutto nasce dalle dichiarazioni rese ai Carabinieri del Noe dalla dirigente regionale l’ingegner Barbara Valenzano circa irregolarità commesse da un funzionario del settore attività estrattive. Le successive indagini, anche tecniche, hanno consentito di accertare cosa succedesse davvero negli uffici del competente settore della Regione Puglia. Resta ora difficile capire, come con un contesto tanto definito, fosse stato possibile per la Regione Puglia nominare a dicembre dell’anno scorso Alfonsino Pisicchio commissario straordinario dell'A.r.t.i, l'Agenzia regionale per la tecnologia. Il 10 aprile Alfosino Pisicchio si dimette dall’A.r.t.i per tornare all’insegnamento (è in forze all’Accademia delle Belle arti). Tre ore dopo scatta l’arresto.

Nelle stesse ore sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha spiegato come la nomina di Pisicchio fosse temporanea: “La nomina è stata effettuata sulla base del fatto che il professor Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione. Nel momento in cui è stato richiesto allo stesso professor Pisicchio di dare riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, alla luce delle verifiche a 360 gradi che l’amministrazione regionale sta effettuando su tutte le eventuali situazioni giudiziariamente rilevanti, lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri. Per questa ragione in data di ieri ho proposto alla Giunta di sostituirlo con un dirigente della Regione Puglia”.