Indonesia, anche nell'Oceano Indiano si allunga l'ombra della Jihad
Il jihadismo si fa largo in Indonesia e in tutta l'area dell'oceano Indiano
Indonesia: si allunga l'ombra dell'estremismo islamico
Ad aprile Anies Baswedan, ex ministro della Cultura indonesiano, e' stato eletto governatore della regione di Jakarta, battendo il governatore uscente Basuki Tjahaja Purnama, dopo una campagna dai toni molto accesi. Purnama, meglio noto come Ahok, e' cristiano, vicino al presidente Joko Widodo, ed e' stato appena condannato a 2 anni di carcere per "blasfemia"; mentre Baswedan e' musulmano. E non e' l'unico elemento a indicare l'ascesa dell'estremismo in un Paese come l'Indonesia, il piu' popoloso Stato musulmano al mondo, conosciuto per il suo pluralismo e il clima di tolleranza.
I moderati e liberali indonesiani sono infatti allarmati perche' Baswedan ha ricevuto l'appoggio di alcuni personaggi dell'orbita islamista. Uno di questi e' Muhammad al-Khaththath, leader del Muslim Community Forum - una formazione ultra conservatrice - che lo scorso marzo e' stato arrestato dalle autorita' con l'accusa di voler portare a termine un colpo di Stato. Al Khaththath nel corso di febbraio aveva guidato delle manifestazioni in cui ha apertamente criticato il secolarismo indonesiano, annunciando di volerlo spazzare via in favore di una stretta applicazione della legge islamica, la sharia, in cui i cristiani dovrebbero rinunciare ai loro incarichi pubblici. Parole dure le ha anche riservate al presidente Joko Widodo, definito in una occasione "un musulmano che non capisce cosa significhi essere tale". Esempio fino a pochi anni fa di convivenza pluralista delle religioni, l'Indonesia ha proprio nella Costituzione la tutela della liberta' di culto, con sei religioni riconosciute: oltre all'islam, il cattolicesimo, il protestantesimo, l'induismo, il buddismo e il confucianesimo. Eppure proprio questa tolleranza e' a rischio. Interessante e' il ruolo dell'Arabia Saudita.
A marzo e' sbarcato a Giacarta, accompagnato da un entourage di circa mille persone -tra cui 10 ministri e 25 principi, e un totale di 506 tonnellate di bagagli (compresi due ascensori) il Re Salman bin Abd al aziz Al Saud. Era dal 1970 che un sovrano saudita non visitava l'arcipelago indonesiano, una attestazione implicita del suo soft power che, quando si parla di Riad, fa rima con wahhabismo, l'interpretazione integralista alla dell'Islam. Fino a qualche tempo fa, il wahhabismo in Indonesia non esisteva. Il pensiero filosofico alla base delle politiche del partito che dall'inizio del nuovo millennio esprime il Capo di Stato, il Partai Demokrat (PD) - fondato dall'ex presidente Susilo Bambang Yudhoyono e che ha visto una donna, Megawati Sukarnoputri, Capo di Stato nel 2001- e' l'antitesi di quello wahhabita, e' il Pancasila, fondato sui concetti di civilta' umana, unicita' di Dio, giustizia sociale, democrazia rappresentativa, unita' nazionale. Ma l'Indonesia ha bisogno di circa 25 miliardi di dollari di investimenti e questa necessita' sembra sposarsi alla perfezione con l'attivismo saudita.