Marina, De Giorgi evoca corvi e poteri occulti: "Avrò la mia vendetta"
Nel giorno dell'addio alla Marina, l'ammiraglio De Giorgi finito nella bufera col caso Tempa Rossa parla di "corvi e poteri occulti". E promette vendetta
La navigazione "non e' stata sempre calma", ma "gli attacchi contro di me non meritano attenzione oggi, soprattuto non la meritano i corvi e gli interessi occulti che hano diffuso dossier anonimi per tentare di condizionare il futuro della Marina". Sono parole pesanti, non semplici sassolini tolti dalle scarpe l'ultimo giorno, quelle che l'ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, pronuncia nel discorso ufficiale con cui si congeda da Capo di Stato Maggiore della Marina, andando in pensione dopo oltre 40 anni di servizio nella forza armata. Parole dette alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, del ministro dell'Interno Angelino Alfano e delle altre massime autorita' militari e dei servizi di intelligence del Paese, oltre che di numerose autorita' civili e ovviamente di molti tra ufficiali, sotufficiali, graduati e marinai che affollavano la piazza d'onore del Ministero della Marina. De Giorgi ha quindi sottolineato il "sostegno morale" che gli e' venuto in questi mesi dalla forza armata ed ha espresso "gratitudine" per il "supporto morale del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio che ha avuto il coraggio di difendere pubblicamente la mia reputazione, all'apice della tempesta, quando altri hanno preferito defilarsi". L'ammiraglio ha aggiunto - a proposito sempre del premier Renzi - "sono grato e orgoglioso per il suo coraggio e la sua leadership". Ma chi piu' di tutti gli ha dato sostegno e forza, e non solo in questo momento, sono stati la moglie Elisabetta e il figlio Gabriele, "senza di loro sarei stato perduto infinite volte. Il loro amore e' stata la mia salvezza, la mia consolazione e il porto sicuro da cui ripartire nei momenti piu' difficile e duri della mia vita". E a loro due De Giorgi ha voluto dedicare la cerimonia di oggi.
Dall'ammiraglio un saluto a tutta la forza armata, a chi l'ha voluto - tre anni e mezo fa - come Capo di Stato Maggiore della Marina (l'ammiraglio De Paola, ndr). Un saluto anche alle organizzazioni sindacali "per il sostegno dato dai lavoratori alla salvaguardia degli investimenti mirati alla protezione della capacita' marittima, ovvero della cantieristica e della tecnologia correlata" e a quanti si sono adoperati perche' ci fossero i finanziamenti per la costruzione delle nuove unita' maritime militari della clase FREMM e per il supporto alla 'Legge navale'. Quest'ultima e' stata "un'impresa che ha impegnato la Marina tutta" facendo si' che non ci fosse "la morte della flotta. Quando anche solo parlare di investimenti alla Difesa era un tabu' siamo riusciti non solo a confermare le 10 FREMM ma soprattutto a dare vita a una famiglia di navi innovative che segneranno il futuro delle costruzioni navali anche a livello internazionale". Unita' navali - ha detto ancora De Giorgi - "economiche nella gestione, rispettose dell'ambiente, polivalenti, pienamente idonee all'alto mare" che contribuiranno in maniera determinante "alla sicurezza nazionale e alla difesa degli interessi vitali" del Paese. Cosi', in una sorta di eredita', "lascio 16 navi maggiori e due unita' minori, e' un risultato di cui dobbiamo e soprattutto dovete andare fieri. Senza di voi, senza il vostro ingegno, la vostra dedizione, integrita' ed entusiasmo non saremmo riusciti in un'impresa di tale portata, sensazionale sotto tutti gli aspetti". De Giorgi ha anche voluto ricordare "l'azione dei due ministri della Difesa che ci hanno messo in condizione di raggiungere l'ambita meta, Mario Mauro e Roberta Pinotti. Senza la loro copertura politica non sarebbe stato possibile sviluppare la moltitudine di iniziative necesarie per giungere in poco piu' di un anno non solo al finanziamento ma addiritura alla contratualizzazione di tutte le navi volute dal governo".
Parole di elogio da De Giorgi per i suoi stretti collaboratori (ammiragli Natale, Credendino, Pacioni), per chi in ambito tecnico-amministrativo (ammiraglio Bisceglia) ha operato e combattuto "per assicurare alla Marina equipaggiamenti perfettamente rispondenti alle specifiche e congrui con le risorse pubbliche impegnate. Anche al costo di ritardare per mesi l'accettazione di intere navi se non conformi in tutte le loro componenti ai requisiti della Marina, mantenendo la barra ferma e sicura nonostante i conseguenti scontri, a volte duri e purtroppo spesso senza quartiere". E si e' detto sicuro che "una tale rigorosa difesa dell'interesse pubblico non verra' meno anche in futuro". E nel ringraziare l'intera forza armata, De Giorgi si e' congedato invitandola ad avere fiducia "nell'avvenire della Marina che e' destinata, per forza di eventi perche' lo detta la geografia e la nostra storia millenaria, ad avere un ruolo sempre piu' determinante nella vita del Paese e del nostro mare". Quindi, guardare al futuro "con la consapevoleza che avrete una funzione sempre piu' importante da svolgere per il nostro Paese".