Cronache

Lavoratori del gioco protestano: "150 mila famiglie senza stipendio da 8 mesi"

In Piazza Montecitorio le lavoratrici del settore del gioco hanno manifestato per chiedere un percorso certo che approdi nella riapertura delle attività

Tamburi, sirene e musica in Piazza Montecitorio dove oggi 'le mascherine rosa', le lavoratrici del settore del gioco, hanno manifestato per chiedere un percorso certo che approdi nella riapertura delle attività e adeguati sostegni economici.

Il comparto è letteralmente in ginocchio, con 150mila famiglie senza più stipendio da otto mesi e 75 mila imprese che rischiano di scomparire. 

Si sono alternati, sul palco montato in piazza Montecitorio, interventi delle lavoratrici provenienti da tutta Italia, che chiedono al Governo di essere almeno ricevute e ascoltate, affinché venga avviato un percorso certo che consenta loro di riaprire oppure di ricevere un adeguato sostegno economico.

I ristori ricevuti sinora sono infatti stati pari al 5 per cento del fatturato, mentre la cassa integrazione si è aggirata intorno al 40 per cento dello stipendio mensile. Cifre irrisorie e assolutamente insufficienti, che stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza di 150 mila famiglie.

"Esprimiamo solidarietà alle lavoratrici del settore gioco, stremate da otto mesi complessivi di chiusura senza alcuna certezza riguardo le riaperture. Parliamo di 150 famiglie e 75 mila imprese ormai soffocate tra disperazione e sofferenza. Cassa integrazione e ristori sono assolutamente insufficienti e continuando così il rischio è che si favoriscano le attività illegali, stremando un settore che ogni anno assicura allo Stato oltre 11 miliardi".

È il commento di Geronimo Cardia, presidente dell'Associazione Concessionaria dei Giochi Pubblici (Acadi)