Cronache

Lecce, Daniele tentò di chiedere aiuto. Testimone: "Sembrava il terremoto"

Omicidio di Lecce, parla il testimone che ha chiamato il 112

"Quella sera ero in giro con il cane, c'era un silenzio assoluto, intorno alle otto e mezza c'era pochissima gente quando all'improvviso ho sentito l'urlo più forte che abbia sentito in vita mia. Un urlo di terrore, quello di una donna, accompagnato poi da pianti, rumori di vetri infranti". Luigi, 27 anni, il ragazzo che per primo ha chiamato il 112 mentre si consumava il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, racconta all'Adnkronos gli attimi concitati vissuti il 21 settembre scorso, a pochi passi dal suo appartamento al palazzo di fronte a quello delle due vittime.

"Le prime sensazioni che ho provato sono state di confusione, ho chiamato il 112 ma mai avrei immaginato qualcosa in più di una lite domestica - continua - Inizialmente ho dato un'informazione vaga al centralinista sulla zona, perché sentivo più che altro l'eco delle urla. Continuando a passeggiare ho capito che si trattava del civico 2 di via Montello e ho richiamato per aggiornarli".

Il racconto prosegue: "E' stato a quel punto che ho visto una figura allontanarsi a 20 metri da me, la strada lì è buia e non potevo avere un'idea precisa di come fosse fatto. Camminava solo un po' più veloce del normale, non mi sembrava particolarmente allarmato, anzi. E sicuramente non aveva l'aria di un fuggitivo. Ma quando è passato sotto un lampione - aggiunge Luigi - ho visto un luccichio, era il coltello che impugnava e che ho notato nonostante fossi distante. Paura? No - dice - ero a mezzo passo dal portone di casa con un cane di grossa taglia che avrebbe potuto difendermi, lui tra l'altro andava dritto per la sua strada e non si è mai fermato fino a quando si è perso nelle ombre di via Martiri d'Otranto".

Nella settimana in cui il killer ha continuato a muoversi per la città, dopo l'atroce duplice omicidio, il testimone ha temuto il peggio: "Sono stati giorni terribili per me e la mia famiglia - confessa il 27enne - non so se mi abbia visto e le passeggiate di ogni giorno sono diventate ogni volta una prova per me, mi guardavo intorno, attento a ogni macchina che passava. Come ha ucciso due persone alle otto di sera, ho pensato, poteva uccidere anche me per vendicarsi. Quando lo hanno preso ho tirato un sospiro di sollievo. E' rimasto lo choc di scoprire l'età di questo ragazzo, uno come tanti che studia come tutti, uno in mezzo a noi".

LECCE: DECRETO FERMO, DANIELE DALLA MAMMA A PRENDERE DOLCI PRIMA DI ESSERE UCCISO

Prima di essere sorpreso dal killer nel suo appartamento insieme alla fidanzata Eleonora Manta, Daniele De Santis era andato intorno alle 20 dalla madre a prendere dei dolci. Forse gli stessi nella busta portata con sé al rientro in casa e fotografata dalla ragazza con il suo cellulare. Sempre la madre dell'arbitro, che ha confermato agli investigatori la visita del figlio, ha mandato un messaggio a Daniele alle 20.46 - come riportato dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini nel decreto di fermo di Antonio Giovanni De Marco - al quale però non ha mai avuto risposta. Due minuti prima il tentativo fallito del ragazzo di chiedere aiuto con il cellulare, finito in un inutile screenshot.

LECCE: DECRETO FERMO, DANIELE IN VIDEOCHIAMATA CON AMICO POCHI MINUTI PRIMA DI MORIRE

Tre minuti prima di fallire il tentativo di chiedere aiuto al cellulare, Daniele De Santis ha fatto una videochiamata con un amico di quattro minuti e quarantuno secondi. E' quanto si legge nel decreto di fermo di Antonio Giovanni De Marco, killer reo confesso della coppia di fidanzati di LECCE.

LECCE: DECRETO FERMO, DANIELE DE SANTIS HA TENTATO DI CHIEDERE AIUTO COL SUO TELEFONO

Nemmeno un'ora prima di essere brutalmente uccisi, Eleonora e Daniele avevano riso insieme: lei, alle 20,05, gli ha scattato una foto appena rientrato in casa. Nel decreto di fermo di Antonio Giovanni De Marco, firmata dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini, viene anche raccontato l'atroce e disperato tentativo di Daniele di chiedere aiuto. "Alle 20.47 del 21 settembre era stato effettuato uno screenshot ritraente la schermata dello schermo bloccato. Avendo rinvenuto il dispositivo in questione nel locale cucina, sporco di sangue - scrive il sostituto procuratore - si può desumere che Daniele, dopo essere stato ferito, abbia tentato invano di chiamare aiuto mediante il telefono, ma di fatto non sia riuscito a sbloccare il dispositivo e, nello stringere in mano lo smartphone, abbia schiacciato involontariamente i pulsanti che hanno eseguito lo screenshot in questione".

LECCE: DECRETO FERMO, ASSASSINIO DEI DUE GIOVANI AVVENUTO IN POCO MENO DI DIECI MINUTI

Prendendo in esame l'ultimo dato utile relativo al collegamento whatsapp di Daniele De Santis, rapportato con l'orario della prima chiamata di soccorso delle 20.45 e quella successiva delle 20.54, emerge chiaramente che l'assassinio dei due giovani sia avvenuto nel'arco temporale sopra emerso, in poco meno di dieci minuti". E' quanto scrive il sostituto procuratore di LECCE, Maria Consolata Moschettini, nel decreto di fermo di Antonio Giovanni De Marco. Secondo una testimone ascoltata dai carabinieri, infatti, "l'aggressione sarebbe avvenuta in modo improvviso, senza avere alcuna fase crescente, quasi come se i due fidanzati fossero stati colti di sorpresa".