Cronache
Lecce, gip: "Il killer voleva usare l'acido. Adesso è scosso ma non pentito”
Antonio De Marco dal carcere dice di non ricorardare niente. Nell'interrogatorio aveva ammesso: "Sono solo, non ho amici, studio e basta"
Omicidio Lecce, un nuovo bigliettino del killer: "Un'ora e mezzo di tempo"
Antonio De Marco adesso è pentito. L'assassino 21enne reo confesso di Daniele ed Eleonora, la giovane coppia di Lecce, una volta ascoltate le accuse a suo carico ha ammesso il suo dispiacere, ma di quei fatti dice di aver rimosso tutto. Non ricorda - si legge sul Messaggero - le pugnalate mortali alla coppia né la pianificazione del delitto. Ieri, intanto, una nuova perquisizione nella stanza affittata in via Fleming, sempre a Lecce, a poche centinaia di metri dal luogo dell'omicidio, ha permesso ai carabinieri di sequestrare altro materiale.
Nello specifico, - prosegue il Messaggero - un altro foglietto simile a quelli persi a casa delle vittime. E anche in questo caso, vi sarebbero riportati appunti sulle modalità con cui portare a termine l'omicidio. Una scansione temporale dei movimenti che avrebbe dovuto rispettare quella sera, dal momento dell'uscita da casa fino al suo rientro, dopo l'omicidio. È riportato a mano il percorso da seguire, sono cronometrati anche i tempi di percorrenza e della permanenza nella casa, luogo del delitto. Un'ora e mezzo: tanto sarebbe dovuto durare il tutto.
In caserma, quella notte, De Marco aveva confessato subito. «Sì, sono stato io a uccidere Daniele ed Eleonora», aveva detto ai militari e ai magistrati della Procura salentina. Il movente, per quanto assurdo possa sembrare, è la felicità altrui; e, di conseguenza, l'infelicità propria. «Sono solo, non ho amici, non faccio nulla se non studiare aveva continuato, come un fiume in piena. Mi montava la rabbia a vedere Daniele ed Eleonora sempre così felici».
Killer fidanzati davanti a gip, scosso ma non pentito
Mai un litigio, mai nessuno screzio con due fidanzati uccisi. Ne' rapporti di particolare convivialità. È quanto Antonio De Marco, il killer reso confesso dei fidanzati di Lecce, avrebbe riferito al gip Michele Toriello durante l'udienza di convalida del fermo nel quale non si sarebbe mai mostrato pentito per il massacro compiuto. L'interrogatorio - a quanto si apprende - non avrebbe sciolto i numerosi interrogativi che ruotano ancora attorno al movente del delitto di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Lo studente reo confesso, non solo non avrebbe fornito una spiegazione, ma avrebbe anche negato che il piano prevedesse la tortura e l'eliminazione della coppia con l'utilizzo di acidi, e di acqua calda e candeggina per pulire le tracce del massacro: tutte queste parole sono annotate su uno dei biglietti persi durante la fuga del killer dal luogo del delitto.
Su uno dei biglietti era riportata anche la frase "Caccia al tesoro", quasi volesse presagire una sfida da lanciare, ma su questo il giovane avrebbe detto di non ricordare e avrebbe rivelato come la sera del delitto, dopo essere rientrato a casa ed essersi sbarazzato dello zainetto, del coltello e degli abiti sporchi di sangue, sarebbe stato colto da conati di vomito. Nel lungo interrogatorio dinanzi al gip De Marco avrebbe ricostruito tutti i passaggi precedenti e successivi il duplice delitto, avrebbe parlato delle modalita' utilizzate per eludere i controlli, avrebbe rivelato il luogo in cui avrebbe acquistato tutto il materiale utilizzato. Un racconto piu' volte interrotto da "non so, non ricordo" mai pero' da momenti di pentimento. Una risposta ai tanti punti irrisolti potrebbe arrivare dalla memoria del suo computer portatile che gli inquirenti hanno sequestrato.