Cronache
Legittima difesa, una deriva pericolosa e inutile
Legittima difesa, legge contraria alla gerarchia dei valori. La migliore sicurezza è garantita da prevenzione e cultura del diritto
Di Renato Sacco *
«Se un ladro entra in casa mia, io sparo!». Questo diceva un ministro dell’attuale governo. E questa frase rende bene lo spirito della nuovalegge sulla Legittima difesa, approvata lo scorso 28 marzo dal Senato. «La difesa è sempre legittima», è un’altra frase usata dai promotori della legge per dare un messaggio alla “pancia” dei cittadini italiani. E per cavalcare e aumentare il clima di paura. Un messaggio pericoloso e fuorviante, che non tiene conto della realtà e dei dati. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci, ha dichiarato: «La nuova legge non tutelerà i cittadini più di quanto erano già tutelati. Al contrario, introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto, prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati».
E ha aggiunto: «In ogni caso, un procedimento penale dovrà essere sempre aperto. E le indagini andranno comunque fatte, a garanzia dei cittadini». Credo sia evidente a tutti la natura propagandistica di questa legge, che alimenta la paura. Una legge sulla Legittima difesa esisteva già. Questa, invece, è stata presentata e approvata con un messaggio pericoloso: è sempre legittimo sparare. E una nuova proposta di legge renderà più facile la vendita delle armi. Dobbiamo, allora, chiederci verso quale società stiamo andando. Una società della dignità della persona, del diritto, dello Stato che deve fare giustizia, oppure verso una società dove è lecito farsi giustizia da soli? C’è da essere preoccupati. Si sdogana ciò che succede già negli Stati Uniti, dove spesso persone armate entrano in scuole o altri luoghi e sparano. Poi si dice che era pazzo. No! Era uno che aveva facile accesso al possesso di un’arma. Vogliamo ancora sperare in una società diversa? Innanzitutto, dovremmo rifarci a dati reali, che ci dicono che i delitti e gli omicidi stanno diminuendo. Bene ha scritto il presidente di Pax Christi, monsignor Giovanni Ricchiuti: «Questa è una legge pericolosa, inutile e assurda. Si corre il rischio reale di far aumentare il numero di armi in circolazione e il loro sempre più facile utilizzo. È giuridicamente e costituzionalmente assurda. Contraria allo Stato di diritto, alla gerarchia dei valori e dei beni, alla giusta proporzionalità tra beni minacciati e beni offesi». Come Pax Christi abbiamo ospitato in Italia, lo scorso mese di ottobre, Zion Kelly, uno dei tantissimi giovani studentiUsa scesi in piazza, il 14marzo 2018, perdire “basta”,perprotestare a voce altacontrol’uso delle arminelle scuole,contro la loro vendita fuori controllo.
«I giovani del mondo stanno manifestando per la difesa della terra e dell’umanità contro ogni forma di inquinamento», continua monsignor Ricchiuti. «Forse, l’inquinamento peggiore è quello mentale, presente in moltisocial carichi di aggressività, nel linguaggio pieno di violenza, nell’orribile “decreto immigrazione e sicurezza”.
Non abbiamo bisogno di leggi-manifesto, di leggi promotrici di paura. Signori Senatori, alla possibile guerra di tutti contro tutti opponete l’idea di unasicurezza comune garantita dalle leggi, dagli strumenti del diritto, dalla prevenzione, da una cultura lontana dalla logica del nemico. Che il Signore illumini le vostre coscienze e vi dia pace».
Ma dopo le parole del presidente di Pax Christi tra le pochissime voci ecclesiali che si sono espresse su questalegge, sono doverose alcune considerazioni. Innanzitutto, il climache viviamo è sempre più violento e rancoroso. Nel linguaggio e nei comportamenti. Sempre più armato, a tutti i livelli.
Dalla vendita di armi italiane in tanti Paesi, compresa l’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen, alla crescita della vendita di armi personali, all’aumento di richiesta di porto d’armi. Si confida sempre più nelle armi!
Qualcheanno fa,nel 1999 dopo la Pasqua, arrivando a Belgrado sotto bombardamenti anche italiani, ho letto un grande manifesto che campeggiava in una piazza:
Loro credono alle bombe, noicrediamo inDio. Al di là delle considerazioni su quella guerra, resta la domanda anche per noi oggi, in particolare per i credenti: dove riponiamola nostra fiducia? Chi è l’altro per noi? Un nemico da bombardare, uno straniero da respingere, unladro da uccidere? L’approvazione di questa legge ci offre, purtroppo, una risposta. All’apparenza di buon senso e comprensione nei confronti di chi viene aggredito. In realtà, alimentiamo guerre e vendiamo armi anche se nessuno ci aggredisce; consideriamo nemici i migranti che ci “invadono”, anche se l’invasione non c’è; e pensiamo di essere più sicuri da eventuali aggressioni armandoci sempre di più. Quando, ad esempio, i morti uccisi nel contesto della caccia sono molto più numerosi di altri contesti. E molte donne vengono uccise dal proprio compagno che detiene regolarmente un’arma.
È doveroso fermarsi a riflettere per evitare una pericolosa deriva già iniziata. Infine, un’ultima considerazione sulla Chiesa. Di fronte a questa legge, le comunità cristiane hanno sostanzialmente taciuto. Non si tratta di chiedere un’ingerenza della Chiesa nelle leggi dello Stato.
Colpisce, però, un silenzio così diffuso, forse rassegnato. O, forse, timoroso di un confronto. Resta, però, il fatto che questa deriva culturale razzista, violenta e armata si sta diffondendo nel Paese. E forse, tranne qualche eccezione, non viene percepita né denunciata anche da parte di chi dovrebbe annunciare una Buona notizia, a partire dalle relazioni umane.
* da Vita Pastorale" (Gruppo Editoriale San Paolo), diretto da don Antonio Sciortino