Londra, parlare di "lupi solitari" è inutile. L'Isis è diventato una religione
@LorenzoLamperti
Fondamentalismo. Guerre di religione. Attacco all'occidente. Attacco alla cristianità. Islam religione violenta. Bastardi islamici, persino. Di fronte a eventi come l'attacco a Londra si leggono spesso queste cose. Quando si cerca di spiegare le motivazioni di un attentato si cercano definizioni che possano farci sentire meglio, incasellando gli eventi e le motivazioni. Delimitando la follia. Ora, a più di due anni di distanza da Charlie Hebdo, possiamo purtroppo dirlo: è del tutto inutile. E' inutile parlare di "terrorismo", "lupo solitario", "pazzo", "folle", "psicopatico".
L'Isis è riuscito nel suo intento: diventare un brand globale apponendo la sua etichetta sopra ogni evento dai contorni vagamente terroristici che avviene in Europa. Dall'azione in stile militare del Bataclan al ragazzino con il coltello su un treno Amsterdam-Parigi. Finisce tutto lì sotto, sotto l'inquietante ombrello dello Stato Islamico. Da Charlie Hebdo in poi, un uomo che prova ad attaccare da solo Westminster brandendo un coltello non è più un folle: è un soldato dell'Isis. E pazienza se nella realtà la radicalizzazione è avvenuta solo a distanza. Anzi, magari di contatti veri e propri con figure legate allo Stato Islamico possono anche non essercene mai stati. Ma Daesh si è impadronito delle azioni di qualsiasi sedicente terrorista o presunto folle.
In questo senso si può dire a ragione che sia diventata una guerra di religione. Ma non c'entra nulla, come pensano in molti, la religione islamica. E' stato provato più volte che gli attentatori erano tutto fuorché grandi religiosi. Anzi, molto spesso si tratta di persone con precedenti criminali di secondo piano e con una permanenza più o meno lunga nelle patrie galere. La religione di cui stiamo parlando è proprio l'Isis. Lo Stato Islamico, il cui spazio fattuale verso l'estinzione dopo le sconfitte militari rimediate in Siria e in Iraq, è riuscito nell'impresa di ergersi a spazio ideale. Religione.
Il pazzo, lo psicopatico, il criminale di piccolo taglio, l'emarginato, il ghettizzato, il giovane senza futuro, persino coloro che hanno bisogno di riempire un vuoto esistenziale, vedono nell'Isis la possibilità di dare un senso alle proprie vite. Un ideale terrificante che riempie un vuoto e rende onorevoli disperazione, follia, violenza. L'Isis ha terribilmente dimostrato che il terrore è a portata di mano. Di chiunque. E allora che cosa importa parlare di "lupi solitari", di "pazzi"? Il terrore è diventato un ideale, una religione in sé. E allora che cosa conta reagire con muri, divieti, armi e bombe? Che cosa conta associare qualsiasi musulmano a un potenziale terrorista? Sono proprio le reazioni che Stato Islamico, Al Qaeda e chi prenderà il loro posto, auspica. Una religione non si sconfigge con le bombe. Quando lo capiremo sarà sempre troppo tardi.