"Malaria in Italia? Altro che migranti, occhio al cambiamento climatico"
INTERVISTA/ Maria Rita Gismondo, epidemiologa dell'Ospedale Sacco di Milano, spiega le possibili cause del ritorno della malaria in Italia
Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e bio-emergenza dell'Ospedale Sacco di Milano, spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it le possibili cause del nuovo caso di malaria in Italia a 20 anni di distanza dal precedente.
Professoressa Gismondo, come si può spiegare il caso della bambina morta di malaria a Brescia?
Bisogna innanzitutto premettere che ancora non è mai stata isolata un'anofele in grado di trasmettere il plasmodio della malaria le ipotesi sono solamente due: o la zanzara è arrivata dentro un bagaglio aereo e ha avuto modo di pungere la bambina oppure, cosa più improbabile, si è verificata una contaminazione attraverso sangue infetto. Ma ci sentiamo di escludere che a Trento, dove era ricoverata la piccola prima di essere trasferita a Brescia, sia potuta entrare in contatto con una siringa o un catetere contaminato dal sangue di altri bambini malati. Ma secondo la casistica attuale le uniche due possibilità sono queste.
Non esiste una terza ipotesi?
Per far sì che esista bisognerebbe prima dimostrare che le zanzare presenti sul nostro territorio siano in grado di trasmettere il plasmodio della malaria. Al momento non abbiamo prove che sia così, quando le avremo cambieremo opinione.
Ma si tratta di un'eventualità impossibile?
Assolutamente no, la cosa non è per niente impossibile. L'Italia si sta tropicalizzando e dunque le zanzare presenti nel nostro territorio potrebbero essersi adattate, o potrebbero farlo in un futuro prossimo, e diventare in grado di trasmettere il plasmodio malarico.
Quindi potrebbe essere colpa del cambiamento climatico?
Certo, i mutamenti climatici possono giocare un ruolo principale sulla diffusione di malattie che pensavamo fossero debellate. Ci sono diversi studi che dimostrano come, a causa dei cambiamenti climatici, la fascia malarica sia destinata nei prossimi decenni a espandersi verso Nord e verso Sud.
Il caso di Brescia può essere collegato in qualche modo all'arrivo dei migranti?
So che ogni volta si ripete questa discussione ma in questo caso direi proprio che i migranti non c'entrano nulla. Certo, ci sono immigrati che arrivano malati di malaria. Accade spesso. Ma, come ho spiegato a meno che non si portino dietro le zanzare (cosa molto difficile visto il modo in cui viaggiano) oppure che non si crei per errore una contaminazione del sangue infetto non possono c'entrare nulla. No, qui se l'anofele si è adattata può infettare tutti, immigrati e italiani.
@LorenzoLamperti