Cronache

Malattia X, l'Oms si inventa un nuovo virus per spillare soldi ai governi

Di Giuseppe Vatinno

Il nuovo virus, ancora non trovato (perché non esiste), si chiama “X”: si prepara un nuovo vaccino per il “virus che non c’è?”

Malattia X, il nuovo virus per spillare soldi ai governi 

Siamo (forse) appena usciti dal Covid che già le Covidstar a secco di virus cercano di trovarne altri per tornare alla ribalta mediatica. Dopo aver provato con scarsa fortuna un fantomatico “vaiolo delle scimmie” e altre varianti esotiche del Covid ci si è rifugiati nella fonte più sicura per spaventare: quella della non conoscenza, dell’ignoto, del misterioso. E così si sono inventati il “virus X”, portatore dell’altrettanto sconosciuta “malattia X”. E notiamo che il simbolo X, designato in algebra come incognita, è quello che più spaventa. Ma cerchiamo di capire meglio cosa sia questo fantomatico virus. Si tratta di un ipotetico virus patogeno che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha battezzato nel 2018 “per non sapere né leggere né scrivere”.

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Riportiamo direttamente la definizione che dà Wikipedia: “La malattia X rappresenta la consapevolezza che una grave epidemia internazionale potrebbe essere causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto e causare un'emergenza sanitaria pubblica. Gli esperti dell'OMS ritengono che, poiché la malattia X e le malattie prioritarie possono potenzialmente causare una grave emergenza sanitaria, stante l'assenza di farmaci e/o vaccini efficaci, sia impellente avviare un progetto di pianificazione strategica e di ricerca e sviluppo. Tale progetto dovrebbe, per quanto possibile, preparare azioni flessibili e trasversali per arginare la diffusione di malattie tra cui anche un ipotetico morbo, ad oggi non noto”.

Ma chi c’è dietro a questa finta malattia che non esiste ancora? Ma ovviamente lui, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il capo dell’OMS. Il suo nome impronunciabile e inscrivibile lo salva costantemente perché è troppo difficile. Noi che siamo pigri e un po’ scaltri utilizzeremo quindi l’acronimo TAG per indicarlo, perché lo stesso Word proprio non ne vuole sapere di accettarlo e produce inquietanti linee dai colori variegati. TAG è stato membro del Fronte Popolare di Liberazione del Tigré e Ministro della Sanità e degli Esteri. L’attività politica gli ha fatto naturalmente dimenticare la biologia figuriamoci la medicina. Il suo agire è pieno di scivoloni a cominciare dalla nomina di Robert Mugabe, il sanguinario dittatore dello Zimbabwe, come ‘ambasciatore di buona volontà’ per l’OMS, in Africa. TAG Gestisce in maniera fallimentare le epidemie di colera in Etiopia e la situazione gli sfugge di mano. 

È contestato in patria e fuori per la sua evidente incapacità, ma lui resta stoicamente attaccato alla poltrona. E così si arriva al Covid-19. TAG scrive un Tweet il 14 gennaio 2020 in cui afferma che ‘non è dimostrata la diffusione tra esseri umani del virus cinese’ sebbene i suoi esperti lo mettano in guardia. Rassicurare va bene, ma sottovalutare no. Lui isola gli esperti e consola l’umanità. Il 30 gennaio elogia la Cina per la gestione dell’epidemia e la sua ‘trasparenza’ (sic!) dimostrata criticando chi bloccava i voli dalla Cina, tra cui l’Italia e gli Usa. C’è da dire che TAG è una persona riconoscente perché la Cina lo ha spesso supportato quando era un contestato politico etiope. Solo l’11 marzo TAG – come un pugile suonato ai bordi del ring - si accorge di come stanno veramente le cose e con grandissimo ritardo annuncia lo stato tecnico di ‘pandemia’, avendo fatto perdere un tempo preziosissimo a tutti gli Stati del mondo.

Noto è poi il supporto reciproco di TAG con Roberto Speranza, allora ministro della Sanità. Così, costernato dalla mancanza di nuovi virus e deluso dal fallimento del vaiolo delle scimmie, TAG si è ora riciclato sul fantomatico “virus X” e ha dichiarato: "Il tempo di prepararsi alla nuova pandemia è adesso, non quando arriva". “Che te serve Tedros?”, verrebbe da dire e cioè “sei di nuovo alla ricerca di sghei?”. Ma TAG ha fiutato l’affare e non molla: "Che un altro evento pandemico possa prima o poi manifestarsi è nelle cose. È risaputo. Abbiamo superato il Covid ma questo non significa che non avremo più pandemie. Prima o poi è possibile che se ne manifesti una nuova. Quando non lo sappiamo. Potrebbe essere tra un mese, un anno, tra 10 anni, tra 50".

Non si è fatta sfuggire l’occasione Ilaria Capua, indimenticata Covidstar dei tempi belli in cui il virus garantiva comparsate a iosa. E così ad una domanda se l’ipotetico virus X arriverà ha dichiarato: “Arriverà. Anche se guardiamo solo alle pandemie influenzali, e non mettiamo altre infezioni nel calderone, per quello che sappiamo nell’ultimo secolo, dal 1900 al 1999, ce ne sono state 3. Facendo i conti, le pandemie influenzali arrivano ogni 11-40 anni, quindi un’altra pandemia ci sarà. Potrà essere causata da un virus influenzale, che è uno dei principali indagati, o potrà essere causata da altri virus. Ma ci sarà”. Eccitata dalla pandemia prossima ventura comunica inoltre al pubblico televisivo che: "Mi dispiace dirvelo ma arriveranno altre pandemie, dobbiamo essere pronti su più fronti". Quindi, dopo abbondanti profusioni di riti apotropaici, attendiamo un nuovo vaccino per “il virus che non c’è”, un po’ come cantava Bennato della famosa isola.