Cronache
Messina, boss pronti a prendersi l'eco bonus: 81 arresti
Maxi blitz, 81 arresti e 5 misure cautelari in Sicilia e Calabria, eseguito all'alba dai carabinieri di Messina
Mafia, discoteche, ortofrutticolo, droga e voto di scambio
Dall'attività investigativa è anche emerso che il clan imponeva alle discoteche, attraverso metodi violenti e intimidazioni, i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività.
Nelle attività svolte dal clan rientra la riscossione sistematica e programmata delle estorsioni da prelevare nelle festività di Pasqua, Natale e Ferragosto, ma non solo. Azioni intimidatorie quali incendi e violenze, in un contesto di assenza di collaborazione da parte delle vittime che spesso non hanno denunciato il ritrovamento di bottiglie incendiarie.
Accertata la disponibilità di armi, anche da guerra per monopolizzare le attività criminali nel territorio: il taglieggiamento degli imprenditori locali, il controllo del business della prostituzione, esercitato nell’area milazzese da un’associazione promossa da individuo contiguo alla famiglia mafiosa, a cui venivano garantivi introiti in cambio di "protezione"; l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, destinata alle piazze di spaccio barcellonesi, milazzesi e di altri comuni della provincia.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 19 kg di droghe di vario genere: cocaina, hashish, marijuana. Un ulteriore filone investigativo ha documentato inoltre una “filiera al dettaglio dello spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish, Lsd e cocaina, approvvigionate ad opera di due distinti gruppi criminali e distribuite nell’area di Milazzo, della Valle del Mela, del barcellonese e nelle Isole Eolie”. Emersa anche la gestione di bische clandestine, la capacità di stabili interlocuzioni con altre cosche radicate in Sicilia e in Calabria.
Infine, sono state inoltre riscontrate, in occasione delle elezioni amministrative tenutesi a Barcellona Pozzo di Gotto il 4 e il 5 ottobre 2020, interlocuzioni tra un uomo di vertice dell'associazione mafiosa e soggetti appartenenti al mondo della politica, "indicative di una promessa, in cambio di posti di lavoro e altre utilità, di supporto elettorale a un candidato". Un boss dei barcellonesi aveva dato l’appoggio ad alcuni politici locali, tra cui Carmelo Caliri della lista “Diventerà bellissima”, in cambio della promessa di assunzione del figlio Salvatore. Secondo le accuse, anche altri due presunti mafiosi avrebbero appoggiato la lista.
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