Cronache
Migranti, il Senato salva le ong: "Nessuna indagine, ma no corridoi umanitari"
La Commissione Difesa del Senato: "Nessuna indagine sulle ong. Ma no alla creazione di corridoi umanitari privati"
Migranti: Commissione Difesa,nessuna indagine su Ong
"Nessuna indagine in corso" a carico di Organizzazioni non governative in quanto tali ma solo un'inchiesta della Procura di Trapani concernente "singole persone impegnate nelle operazioni". E' uno dei punti chiave del documento approvato all'unanimita' dalla Commissione Difesa del Senato a conclusione dell'indagine sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e sull'impatto dell'attivita' delle Ong. Queste ultime, per settimane al centro delle polemiche politiche, escono sostanzialmente 'assolte' dal ciclo di audizioni, sebbene il presidente della Commissione, Nicola Latorre, incontrando la stampa abbia piu' volte ricordato che si e' trattato di un lavoro "conoscitivo" e "non d'inchiesta".
Tutti d'accordo sul fatto che l'attivita' di soccorso non possa e non debba intralciare la lotta ai trafficanti d esseri umani, ma la centralita' del ruolo e' ribadita dai numeri: tra gennaio e aprile di quest'anno, oltre la meta' (50,36%) dei migranti e' stata soccorsa e salvata in mare da privati, piu' di uno su tre (il 34,72%) proprio dalle navi delle Ong. Quelli che la Commissione chiede sono tutta una serie di "paletti".
Primo: "in nessun modo puo' ritenersi consentita dal diritto interno e internazionale la creazione di corridoi umanitari da parte di soggetti privati, trattandosi di un compito che compete esclusivamente agli Stati e alle organizzazioni internazionali e sovranazionali".
Secondo: per le Ong 'integrate' nel sistema di soccorso, "occorre elaborare forme di accreditamento e certificazione che escludano alla radice ogni sospetto di scarsa trasparenza organizzativa e operativa". In particolare, "si dovranno adottare disposizioni che obblighino le Ong a rendere pubbliche nel dettaglio le proprie fonti di finanziamento, oltre che i profili e gli interessi dei dirigenti e degli equipaggi delle navi utilizzate, spesso a noleggio".
Terzo: per "non disperdere dati ed elementi di prova utili per perseguire i trafficanti, sarebbe opportuno prevedere modalita' operative tali da consentire l'intervento tempestivo della polizia giudiziaria contestualmente al salvataggio da parte delle Ong". Sempre secondo la Commissione, le navi delle Ong dovrebbero "rientrare a pieno titolo in un coordinamento permanente curato dalla Guardia costiera, ricevendo istruzioni anche su tempi e modalita' di svolgimento del servizio, oltre che sull'area nella quale posizionarsi". Mentre resta "urgente delimitare le aree sar tra Italia e Malta", visto che nonostante quest'ultima abbia dichiarato "un'area estremamente ampia e in parte sovrapposta a quella italiana", al sopraggiungere della crisi migratoria ha di fatto smesso di rispondere alle chiamate di soccorso.
"E' molto importante che si sia trovato un consenso unanime di tutta la commissione e di tutte le forze politiche - ha sottolineato Latorre - attorno al documento conclusivo sull'indagine conoscitiva. E' il segnale che al di la' di un diverso approccio che anima il confronto politico in questo momento, si possono trovare punti di convergenza su un tema centrale". Proprio oggi, Frontex ha segnalato che nel solo mese di aprile i migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 12.900, il 19% in piu' rispetto al mese precedente: dall'inizio dell'anno, gli sbarchi sono stati oltre 37.200, il 33% in piu' rispetto allo stesso periodo del 2016. " Ieri in Libia si e' fatto un passo in avanti importante", ha detto da Asti il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ma "e' chiaro che questo percorso ha bisogno dei suoi tempi. Sono state consegnate alla Guardia costiera libica quattro motovedette con quattro equipaggi libici, ma formati in Italia. Nel momento in cui la Guardia costiera libica avra' gli strumenti, potra' controllare le sue acque territoriali". Un avvertimento e' arrivato intanto dalla Commissione europea che, secondo il commissario responsabile degli Affari interni, Dimitris Avramopoulos - "non esitera'" ad aprire procedure di infrazione se entro un mese Ungheria, Polonia, Austria e Repubblica Ceca non rispetteranno i loro obblighi in termini di ricollocamento di richiedenti asilo da Italia e Grecia. "Non e' un ultimatum, e' una scadenza", ha sottolineato Avramopoulos, "le due parole hanno lo stesso significato dal punto di vista legale".