Cronache

Mottarone, cabina piena e viaggio a strappi. Discesa del 9-5 al vaglio dei pm

Il 9 maggio, esattamente quindici giorni prima del tragico schianto della Funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone, si sarebbe rischiato un incidente almeno altrettanto grave. E' una ipotesi intorno alla quale stanno lavorando gli investigatori ricostruendo quanto e' accaduto quel giorno in occasione del "Vibram trial Mottarone", una corsa a piedi con partenza dal Palazzo dei Congressi di Stresa e arrivo in vetta al Mottarone.

Stando a quanto e' stato ricordato in svariate dichiarazioni in questi giorni dagli organizzatori, e' emerso che il giorno della gara, molti atleti a fine corsa furono fatti scendere a Stresa utilizzando la funivia. Una discesa pare piuttosto travagliata, con numerosi ritardi, attribuiti, secondo i racconti raccolti, a problemi di funzionamento della funivia che sembra procedesse a strappi. Proprio il 9 maggio e' stata scattata una foto apparsa ieri sull'edizione locale del quotidiano La Stampa, dalla quale risulta piuttosto evidente come su una delle cabine della funivia, in questo caso la numero 4 "gemella" di quella precipitata il 23 maggio, fossero montati i "forchettoni".

 La foto, che probabilmente oggi sara' acquisita dai Carabinieri agli atti dell'indagine, potrebbe essere un serio indizio del fatto che anche in quella domenica, con decine di atleti a bordo, la funivia non avrebbe potuto usufruire del freno di emergenza in caso di guasti. Da capire pero' se anche la cabina numero 4 avesse i problemi all'impianto frenante che Tadini ha sempre indicato come motivo dell'uso dei ceppi.

Intanto c'e' attesa per le decisioni del Gip rispetto alla richiesta di incidente probatorio presentata dal legale di Gabriele Tadini, avvocato Marcello Perillo: l'eventuale accoglimento dell'istanza imporrebbe una accelerazione dei tempi rispetto al percorso immaginato dalla Procura con lo strumento degli accertamenti tecnici irripetibili. Lunedi' comunque e' previsto un ulteriore sopralluogo sulla scena del disastro del consulente tecnico del pm, il professor Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino.

E sempre lunedi' la Procura dovrebbe prendere una decisione definitiva sul ricorso al Tribunale del Riesame contro l'ordinanza del Gip che ha respinto la domanda di convalida dei fermi dei tre indagati, mandando liberi Luigi Nerini ed Enrico Perocchio e ponendo Gabriele Tadini agli arresti domiciliari. Negli ambienti piu' vicini alla Procura l'impugnativa e' data per scontata.