Cronache
Omicidio Varani, molto più di un film horror
di Carlo Patrignani
Uccidere qualcuno sotto una spinta irrefrenabile a fare del male solo per vedere, da vicino, l'effetto che fa: è molto più di un film dell'horror quanto due studenti universitari trentenni della Roma-bene, Manuel Foffo e Marco Prato, non dunque due emarginati, hanno messo in scena al quartiere Collatino ai danni del loro amico, il 23 enne Luca Varani. Due ragazzi apparentemente normali che preparano tutto minuziosamente, il festino-trappola a base di droga e alcol per attirare il loro amico, e attuato il disumano, orrendo piano, ricompongono al meglio la scena dell'efferato delitto.
"Ciò che putroppo si fa fatica ad accettare è che la malattia mentale, perchè di questo si tratta, stia nella cosiddetta apparente normalità, per cui, come fa proprio oggi Massimo Recalcati su La Repubblica, non si nomina neanche la malattia mentale e si cercano altrove le cause, mentre siamo in presenza di un sintomo chiaro di schizofrenia: dire volevamo vedere l'effetto che fa, è fatuità schizofrenica. La droga per me c'entra poco o nulla e con ciò non intendo affatto giustificarne l'uso", sostiene lo psichiatra e psicoterapeuta Martino Riggio mettendo in risalto "la lucidità", con cui i due amici, per nulla "in stato confusionale", hanno programmato e organizzato il tutto, a cominciare dal festino a base di droga e alcol.
Tassativamente lo psichiatra rifiuta, da subito, la tesi che ciò sia opera del "Male" che albergerebbe nell'essere umano, come certa cultura e certa psichiatria, va sostenendo da tempo, e oggi lo fa Recalcati su La Repubblica: "...Nessuna Causa sostiene il passaggio all’atto criminale: il loro solo obbiettivo è quello dell’esercizio del Male". Addirittura afferma Recalcati: "Nessuna bestia uccide per sapere cosa si prova ad uccidere. Nulla è, infatti, più tragicamente “umano” del crimine; non solo perché è solo l’esistenza della Legge (“Non uccidere!”) che definisce il carattere violentemente trasgressivo del crimine (non ci sarebbe crimine se non ci fosse Legge), ma, soprattutto, perché il crimine umano può rivelare il suo carattere assolutamente gratuito. Mentre la violenza animale si scatena sempre per una motivazione (foss’anche quella della pura rivalità, della contesa), la violenza umana può essere totalmente priva di motivazione".
Viceversa, l'analisi di Riggio evidenzia come nell'efferatezza del delitto emerga,"un altro sintomo chiaramente schizofrenico: è la spinta irrefrenabile a dover fare del male, a uccidere senza motivo. Noi lo chiamiamo delirio di onnipotenza per cui il malato decide della vita e della morte di un altro essere umano", e rinvia al bel film di Steven Spielberg, Schindler's List.
Torniamo ancora sulla fatuità schizofrenica per metterne bene a fuoco alcune peculiarità. "Si tratta di un sintomo particolare per cui ci si imbatte in comportamenti, atteggiamenti, affermazioni, appunto per vedere l'effetto che fa, che risultano inopportuni, incongrui, fuori luogo e contesto, assai strani", chiarisce lo psichiatra e psicoterapeuta che, a questo, subito lega l'altro sintomo, ossia il delirio di onnipotenza schizofrenico. Resta il dramma ormai quotidiano e tuttora irrisolto che sconcerta e sconvolge: la cosiddetta normalità a cui occorre aggiungere l'aggettivo 'assassina'.
"Ripeto, purtroppo si fa fatica a parlare di malattia mentale nella cosiddetta normalità per persone ritenute per l'appunto normali. E' falso - continua Riggio - pensare che parlando di malattia mentale si possa spaventare o criminalizzare tutto il genere umano: per me fa molto più paura e criminalizza di più il pensiero falso che tutti gli esseri umani, come teorizza Recalcati, hanno dentro di loro il Male e quindi possono uccidere come i due autori dell'omicidio di Varani".
Piuttosto c'e' da dire che costoro, come Recalcati, che parlano di 'Male' interno all'essere umano probabilmente non sanno distinguere, "una psiche sana da una psiche malata, proprio perchè per loro la psiche sana non esiste: in una parola - conclude Riggio - l'essere umano, per costoro, nascerebbe malato e sarebbe tendenzialmente portato a uccidere e ciò non è affatto vero".
E con questo i luminari di una certa cultura, freudiana e lacaniana di ritorno, e di una certa psichiatria, di matrice e orientamento basagliana, sono ben serviti...