Omicidio Vasto, il vescovo: "Tragedia evitabile con giustizia più veloce"
Omicidio Vasto, parla l'avvocato di Fabio Di Lello: "Italo D'Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell'incidente, non ha mai chiesto scusa"
IL VESCOVO: "CON UNA GIUSTIZIA PIU' VELOCE LA TRAGEDIA SI POTEVA EVITARE"
"Con un intervento rapido della giustizia e una punizione esemplare" la tragedia si sarebbe potuta evitare, dice l'arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte: "La magistratura deve fare il suo corso ma nel modo più rapido possibile. Una giustizia lenta è un'ingiustizia".
IL LEGALE DI DI LELLO: "ITALO D'ELISSA STRAFOTTENTE, NON AVEVA MAI CHIESTO SCUSA"
"Italo D'Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell'incidente, non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi". Così, intervistato da Radio Capital, l'avvocato Giovanni Cerella, già legale di parte civile per il procedimento che riguardava l'incidente in cui aveva perso la vita la donna, ora difensore di Fabio Di Lello, l'uomo che ha ucciso 'per vendetta' D'Elisa a colpi di pistola e poi si è costituito ieri a Vasto, nel chietino.
"D'Elisa - dice l'avvocato - tre mesi dopo l'incidente aveva ottenuto il permesso per poter tornare a guidare la moto, perché gli serviva per andare a lavorare".
"Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero - spiega ancora il legale - pensava che giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l'impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi".
A proposito della tesi difensiva di D'Elisa secondo la quale al momento dell'incidente Roberta avrebbe indossato male il casco Cerella dice: "Sono tutte cavolate, c'è una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilità".
Iscriviti alla newsletter