Cronache
Polignano, Grotta Palazzese impone il dress code. Ma poi dà cibo avariato
Il ristorante super lusso pugliese ha delle regole ferree per la clientela. Poi però serve cibo scaduto o non tracciato
Di Andrea Lorusso
È il primo caso in Italia d’inversione dell’onere di diligenza. Gli ospiti hanno una etichetta, la roba ittica un po’ meno. È stata comminata una multa di 5.500 euro al ristorante Grotta Palazzese di Polignano a Mare, splendore di Puglia ove è possibile gustare una cucina stellata all’interno di una grotta con vista mare su uno dei più bei panorami della zona.
Quando c’è da imporre il bon ton ai clienti, e quando c’è da salare i prezzi, non c’è flessibilità che tenga. Menù degustazione dai 180 ai 220 euro a persona, divieto di dividere le portate tra più persone, i bambini sotto i 10 anni sono ammessi solo a pranzo e nella prima fascia oraria della sera. Non si tollerano più di venti minuti di ritardo, e comunque non oltre le 14 a pranzo o le 22.30 a cena.
Prima di potere prenotare online il proprio tavolo bisogna spuntare la casella delle condizioni generali, stringenti quanto lo stato di salute di un pilota per il lancio lunare. Gli uomini devono vestire elegante, pantaloncini non sono ammessi e nemmeno cani di grande taglia.
Ah, se non doveste presentarvi a cena senza cancellare entro le 48h dalla riserva del tavolo, verrà addebitato un importo di 75 euro. Insomma, rigidità assoluta e serietà, chi viene a mangiare in questo posto manca solo che sia sottoposto a vaccinazione obbligatoria.
Per riflesso, ci aspetteremmo dall’altra parte una cura ultra-maniacale dei pasti, della cucina, del controllo qualità, della freschezza, dell’eccezionalità dei prodotti. E invece? Durante un’ispezione nei frigoriferi sono stati beccati con 68kg di carne wagyu scaduta a maggio, e pesce privo di tracciabilità. Prodotti sequestrati e multa, irrisoria rispetto al volume d’affari della struttura. Con beffa enorme per la clientela e reputazione al macero.
Chef e vicedirettore si scusano per “l’involontario errore” e sollevano da ogni responsabilità i proprietari, “essendo affidata unicamente a noi la responsabilità delle materie prime.” E prosegue la nota “l’unico errore che ci rimproveriamo è di non avere prestato attenzione alle etichette.”
Ti ricordano anche nelle condizioni di prenotazione che il menù baby non ammette modifiche, 1-2-3 portate o l’intero menù, son sempre cento euro sonanti. E poi, dopo essersi ambientati così bene nel microclima del portafoglio altrui, dimenticano la scadenza dei surgelati? E no, questa non è professionalità, né una risposta adeguata. Ci aspettiamo un nuovo menù con happy meal, e commensali con la canotta sporca di sugo.