Cronache

Evitare l'uso della forza dei poliziotti e la violenza dei manifestanti? C'è un solo modo..

di Abelardo Golia

Gli strumenti della persuasione disarmata e disarmante dei... Co.Pro.In.De. (Comitati di Pronto Intervento Democratico)

Evitare l'uso della forza dei poliziotti e la violenza dei manifestanti? C'è un solo modo..

Polizia violenta? Non si è ancora spenta l’eco degli schiocchi dei manganelli della Polizia sui ragazzi manifestanti pro-Palestina a Firenze e a Pisa che a Modena i Carabinieri già picchiano un immigrato.

Non può trascurarsi, per amor del vero, che a Firenze il corteo, formato da sindacati di base, studenti e comunità palestinese, ha provato a raggiungere una delle entrate del consolato Usa e lì i manifestanti sono stati allontanati a manganellate; a Pisa, invece, il corteo (non autorizzato) degli studenti è stato caricato prima di arrivare in piazza Cavalieri (vietata). A Modena, pare che alcuni video documenterebbero una reazione violenta dell’immigrato al tentativo di identificazione.

Quel che è certo è che le Forze dell’Ordine devono agire con la forza solo se necessario e consentito dalle Leggi e dal buon senso pratico.

Cominciamo dalle Leggi. 

L’art. 55 c.p.p. dispone che «la polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale»

L’art. 51 c.p. prevede: «L'adempimento di un dovere è una scriminante in base alla quale è esclusa la punibilità in caso di adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine dell'autorità». 

L’art. 53 c.p. recita così al primo comma: «Ferme le disposizioni contenute nei due articoli precedenti, non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona».

L’art. 20 T.U.L.P.S. prevede: «Quando, in occasione di riunioni o di assembramenti in luogo pubblico o aperto al pubblico, avvengono manifestazioni o grida sediziose o lesive del prestigio dell'autorità, o che comunque possono mettere in pericolo l'ordine pubblico o la sicurezza dei cittadini, ovvero quando nelle riunioni o negli assembramenti predetti sono commessi delitti, le riunioni e gli assembramenti possono essere disciolti». Per la giurisprudenza, è sedizioso quell’atteggiamento che implica ribellione, ostilità, ovvero che esprime ribellione, sfida e insofferenza verso i pubblici poteri e verso gli organi dello Stato a cui è demandato il compito di esercitarli.

Fin qui le norme che giustificano o impongono l’uso della forza. Ora passiamo a quelle che lo limitano.

Innanzitutto, il codice penale prevede una vera e propria scriminante, introdotta con l’art. 393-bis c.p. , per cui il soggetto che reagisce ad un atto arbitrario della pubblica autorità non è punibile, perché non commette una condotta “antigiuridica”. In caso di atto arbitrario, infatti, il soggetto passivo (pubblico ufficiale) non merita tutela.

Inoltre, in ottemperanza agli obblighi di tutela penale di matrice sovranazionale, e in particolare a quelli indicati dalla Corte di Strasburgo, la L. 110/2017 ha introdotto nell’ordinamento penale interno il delitto di tortura che punisce chi, con violenze o minacce gravi, o agendo con crudeltà, causa acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, assistenza, controllo o cura, o anche chi si trovi in una situazione di minorata difesa se il fatto è commesso con più condotte o comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona (v. artt. 613-bis (tortura) e 613-ter (istigazione alla tortura) del Codice penale.

Per completezza, sulla “Guida Per Manifestare” di Amnesty International, si legge che la polizia deve mantenere l'ordine senza l'uso della forza, qualsiasi uso della forza deve essere eccezionale e deve rispettare i principi di legalità, necessità e proporzionalità; la polizia non deve apparire intimidatoria, per esempio schierando un numero eccessivo di agenti e un equipaggiamento antisommossa pesante e visibile. In questo modo potrebbe infatti essere percepita come una minaccia, aumentando la tensione e portando alla violenza. Le forze di polizia devono piuttosto adottare un approccio facilitante e di supporto.

Dopo i fatti di Firenze e Pisa, anche i magistrati democratici hanno stigmatizzato la “evidente sproporzione nell'uso della forza da parte degli agenti”; sono stati manganellati dei “ragazzi inermi” e immobilizzati “senza alcuna evidente necessità di difesa propria o di terze persone” e “le autorità preposte” dovrebbero avviare “immediatamente tutti gli accertamenti per chiarire questo episodio, compresa l'identificazione degli agenti”. Ad essi si sono associati i giornalisti democratici e i pacifisti di tutte le risme.

Orbene, poiché sono circa 3.000 le aggressioni ad agenti delle forze di polizia ogni anno in Italia: una ogni 3 ore, c’è qualcosa che non torna.

Tanto per esemplificare:

Da REPUBBLICA del 16/10/2011: 

“Cinquecento violenti cancellano la protesta pacifica di trecentomila persone con saccheggi, incendi, tafferugli. La battaglia in centro è durata 5 ore, tra via Labicana, piazzale Appio, fino a via Gallia. Dieci i bancomat frantumati, gli ingressi di banche spaccati, tutti i cassonetti distrutti. Sono invece 105 gli uomini feriti tra le forze dell'ordine: 50 sono carabinieri, 35 sono agenti della polizia e 20 della guardia di finanza”.

Da Ansa News - 11 Giugno 2015:

“Salgono a 12 i feriti negli scontri avvenuti oggi durante la manifestazione contro le basi militari a Decimomannu (Cagliari). Otto sarebbero i poliziotti, alcuni dei quali con ferite lievi e altri con contusioni più serie, quattro i carabinieri raggiunti dalle pietre lanciate dai manifestanti, molti dei quali travisati e simili nelle azioni ai black bloc.

Da RAI NEWS.IT 07/05/2016:

“Brennero: scontri tra black bloc e forze dell'ordine. 17 agenti feriti e 5 manifestanti arrestati La manifestazione dal titolo 'abbattiamo le frontiere' è stata indetta dai centri sociali italiani, in particolare del Trentino, Emilia-Romagna e Lombardia, per protestare contro le annunciate barriere anti-migranti da parte dell’Austria”.

Da Il Fatto Quotidiano del 1° maggio 2015: “Auto incendiate, vetrine in frantumi, strade devastate, fiamme a negozi, banche, cassonetti, fioriere. La festa dell’Expo resta sfregiata e così Milano. A rovinare il giorno dell’inaugurazione sono 500 black bloc, non solo stranieri: si sono mescolati ai cortei dei manifestanti No Expo, pacifico fino a corso Magenta, dopo che il corteo era partito da un’oretta. Hanno agito nascosti da cappucci e caschi, armati di bastoni. Dopo la loro azione devastatrice e senza controllo, che le forze dell’ordine hanno cercato di contrastare usando idranti e sparando circa 400 lacrimogeni, si sono spogliati dei loro abiti neri, li hanno lasciati sull’asfalto e si sono dispersi tra la folla per non essere riconoscibili. In serata un primo bilancio parla di 11 feriti tra le forze dell’ordine.

Da Il Fatto Quotidiano del 15/02/2018:

“Scattano gli arresti per l’aggressione subita da un carabiniere, lo scorso sabato, durante un corteo a Piacenza. I due manifestanti ritenuti responsabili del pestaggio sono stati fermati da carabinieri e polizia a Pavia e a Torino. Secondo quanto si apprende, la persona arrestata a Pavia sarebbe quella che avrebbe prima sottratto lo scudo al militare e poi lo avrebbe utilizzato per colpirlo più volte. Le indagini avrebbero inoltre accertato che il manifestante bloccato a Torino sarebbe la persona che, dopo aver colpito ripetutamente con un’asta di una bandiera i carabinieri che stavano fronteggiando il corteo, avrebbe fatto lo sgambetto al militare, facendolo cadere in terra.

Da Corriere Adriatico del 2 Giugno 2023:

Ultras inferociti, Brescia-Cosenza finisce nella violenza. 5 poliziotti del Reparto mobile di Padova feriti, uno è grave.

Da Famiglia Cristiana del 16/03/2023:

“Un poliziotto in servizio a Napoli durante le scorrerie dei tifosi dell'Eintrenacht ricostruisce la vicenda. «Abbiamo fatto tutto il possibile, abbiamo fatto da scudo con i nostri corpi per evitare il peggio, che ci scappasse il morto». 6 poliziotti feriti”.

Da il Resto del Carlino del 20 agosto 2023:

“Armato di machete, avrebbe provato a colpire gli agenti della Volante. Ma è stato fermato e portato in questura un giovane nigeriano”.

CRONACA SKY del 28 gennaio 2024:

“Calcio, scontri dopo Turris-Messina: diversi feriti tra le forze dell'ordine”.

Da TRIESTE PRIMA del 01/01/2024:

“Si scaglia contro un'auto della polizia, denunciato. I fatti sono avvenuti in via San Francesco verso le 3 del mattino. L'uomo, un cittadino nato in Niger e regolare sul territorio italiano, si sarebbe dapprima reso protagonista di una aggressione nei confronti di un altro soggetto, per poi scagliarsi contro la polizia”.

Da Salerno Today del 02/02/2024:

“Carabinieri e poliziotti aggrediti dopo la sparatoria a Matierno”.

Da Palermo Today del 21/03/2024:

“Intervengono per sedare una rissa in centro, feriti carabinieri e poliziotti: due arresti”.

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 04/01/2024:

“Carabinieri accoltellati vicino stazione Bari durante un controllo, due arresti. La pattuglia stava ispezionando due sospetti pusher in piazza Aldo Moro: calci, pugni e una lama”.

Finalmente arriviamo al buon senso pratico.

Ebbene, forse, c’è un modo per evitare sia l’uso della forza da parte dei poliziotti sia la violenza dei manifestanti o dei controllati: basterebbe istituire i Co.Pro.In.De. (Comitati di Pronto Intervento Democratico), composti da magistrati democratici, giornalisti democratici, pacifisti democratici, radicali democratici, coordinati da esponenti di Amnesty International.

Così, in caso di sommosse o arresti in flagranza, i Co.Pro.In.De. potrebbero intervenire “senza l'uso della forza” ma con gli strumenti della persuasione disarmata e disarmante, risolvendo i problemi e insegnando a poliziotti e carabinieri come ci si comporta.

Come per magia le molotov nelle mani dei black bloc trasmuterebbero in cannoncini di coriandoli, gli ultras diverrebbero turisti culturali e astemi, gli arrestandi entrerebbero da soli nelle “Volanti” scusandosi per il disagio arrecato.

Ma soprattutto, se fossero intervenuti i Co.Pro.In.De., i manifestanti di Firenze e di Pisa si sarebbero subito incanalati nei percorsi indicati dalle autorità di P.S. e tutto si sarebbe svolto come in una goliardica gita scolastica. A Modena, Idrissa Diallo sarebbe entrato sorridendo nella “Gazzella” magari dopo essersi scattato un selfie con gli operanti.

Nel frattempo, prima della istituzione dei Co.Pro.In.De., ci dovremo far bastare i poliziotti e i carabinieri.