Cronache

Povera Lollobrigida:sequestrati i tesori. Ladri? No,amministratore di sostegno

L'opinione di Donatella Bisutti

Da tempo Gina Lollobrigida ha perso quella grande popolarità che aveva fatto di lei negli Anni 50, quando le ragazze si facevano tagliare i capelli corti  e pettinare con tanti ricciolini piatti tutto intorno alla fronte “alla Lollo”. Lei era “la Bersagliera” di un film indimenticabile di Comencini, Pane Amore  e Fantasia che, uscito nel ’53, aveva fatto di lei” la Gina nazionale.” La sua fresca faccia di popolana esaltava la più schietta tradizione di una bellezza italiana legata ancora a una civiltà contadina, ma che si schiudeva come una promessa  dei tempi nuovi, quelli di una modernità  che avrebbe avuto il suo coronamento nel boom economico dei “favolosi” Anni 60.

Ma  questo smalto si è perso ancora molto tempo fa, non tanto per l’avanzare dell’età,  ma via via che la popolana romana affinava le sue doti drammatiche, diventava una star di Hollywood, amica dei divi americani più famosi, e si trasformava in una signora sofisticata del jet set. Si dirà che anche Sofia Loren, dal ruolo di  pizzaiola a quello di signora Ponti, ha percorso un cammino analogo, ma mantenendo alta la sua popolarità. Gina invece è diventata antipatica. Forse per la mancanza , a differenza della Loren, di una compagine familiare ben assestata che le facesse da cornice, in un’Italia rimasta  tutto sommato sempre un po’ bacchettona  e centrata, almeno in apparenza, sul culto della famiglia,  e per aver voluto affermare una sua vita di donna sola e indipendente. Le donne sole e indipendenti, che non si appoggiano a un uomo, da noi suscitano sempre qualche sospetto. Per di più, oltre a un rapporto disgraziato con il figlio e la nuora, si è aggiunto un abbastanza misterioso amore con un uomo molto più giovane, che in precedenza era stato un adolescente quindicenne da lei sedotto quando aveva già 45 anni, un po’ come nello “scandaloso” romanzo  di Françoise Sagan Aimez-vous Brahms? uscito pochi anni prima in Francia ( Paese che a differenza del nostro vantava già ottimi precedenti di letteratura erotica trasgressiva fin dal Settecento, da Laclos a Sade) infrangendo un tabù dell’italiano medio, ma forse ancor più dell’italiana media – essenzialmente per gelosia mascherata di moralismo- in un Paese dove solo agli uomini  più che ottantenni è concesso di avere rapporti  erotici con fanciulle che potrebbero essere loro nipoti, senza incorrere per questo in accuse di pedofilia.

E poi, via, della Lollo ci ha irritato quel suo voler fare  non solo la gran dama, ma addirittura l’intellettuale, l’artista, oltre che la manager, e perfino l’aspirante  politica, così come quel suo vivere  in un jet set internazionale  a noi estraneo. E poi alla fine ha soprattutto stufato anche quel suo voler continuare  a essere bella, una bellezza inossidabile che resiste ancora oggi a ben 92 anni: non una signora dignitosamente ingrigita come la quasi coetanea regina Elisabetta, ma  una donna che ha l’aria di voler ancora esercitare il suo fascino sugli uomini. Che scandalo! No, davvero, la Gina ha infranto troppi tabù in una vita di grande successo artistico sociale ed economico, ma  fallimentare dal lato affettivo, con un marito che  la tradiva, un amante che ha subito un processo per truffa,  e un figlio che da anni si accanisce contro di lei. Questa è la cosa più triste. Un destino che in tutt’altro contesto mi ricorda quello della scrittrice Lalla Romano, il cui unico figlio non andò nemmeno al suo funerale.

La truffa, o il  sospetto di essa, e il denaro, sono molto presenti negli anni più recenti della vita della Lollobrigida. Si spiega: una donna sola, anziana, che ancora vuole piacere e che possiede un patrimonio tale da far gola a chiunque, peraltro onestamente guadagnato. ( solo nel luglio del 2013 mettendo all’asta 22 gioielli della sua collezione, firmati Bulgari, le sono venuti in tasca 3.800.000 euro).

Oggi, la Lollobrigida (non più da tempo familiarmente e simpaticamente “Lollo”),   ancora impeccabile in una gioventù indefinitamente prolungata e perciò stesso sospetta e in qualche modo falsa, disumana: ricoperta come sempre di strass,  il collo opportunamente cinto dai molteplici giri di una preziosa collana, gli occhi truccati, i capelli acconciati, rughe quasi invisibili, come se avesse scoperto l’elisir dell’eterna giovinezza - in altri tempi si sarebbe detto che aveva fatto un patto col diavolo , magari l’avrebbero bruciata in quanto strega  -  non fa più notizia nelle cronache mondane, ma fa parlare di sé nella cronaca nera. E’ di questi giorni il suo grido di dolore: risulta che le avrebbero svuotato la casa, la splendida villa dove abita dagli Anni 70 sull’Appia Antica , benché sembra che abbia la residenza a Montecarlo. Le avrebbero portato via tutto: soprammobili, gioielli, quadri e perfino i lampadari.

Chi mai? I ladri? Ma no: il suo amministratore di sostegno, che ha traslocato tutto quanto, a scopo cautelativo, nel caveau inaccessibile di una banca. E chi è mai questo personaggio? La figura dell’amministratore di sostegno è un’acquisizione recente del nostro Codice Civile (2004) che le dedica gli articoli  404-410  in cui viene regolamentata dettagliatamente. Espuntiamo alcuni passi salienti da L’amministratore di sostegno: Una guida rapida( https://www.consulenzalegaleitalia.it/amministratore-di-sostegno/):  “I soggetti a cui si rivolge tale figura sono quelle persone che si trovano in situazioni che necessitano di protezione, oppure anziani che si trovano in una situazione di infermità grave, disabili motori, alcolisti, tossicodipendenti, malati terminali, non vedenti e per i tanti altri soggetti per i quali non è opportuno procedere ad una richiesta di interdizione o di inabilitazione, in quanto troppo invasiva”.  Condizioni in cui peraltro, almeno che si sappia, la Lollobrigida non sembra trovarsi.

Tuttavia: “Ai sensi dell’art. 409 c.c., il beneficiario conserva la capacità di agire sia per gli atti della vita quotidiana, sia per tutto ciò che nel decreto non sia vincolato ad intervento dell’amministratore di sostegno.” E non si tratta in questo caso proprio di  una pesante interferenza nelle condizioni della vita quotidiana dell’ex attrice? Tanto più che: Il procedimento dell’amministratore di sostegno è disciplinato dagli artt. 404 e 410 c.c. i quali da un punto di vista normativo, devono rispettare i bisogni e le  aspirazioni  del beneficiario”. Bisogni che in questo caso chiaramente non appaiono essere stati tenuti presenti. Anche in considerazione del fatto che  il beneficiario di questo accudimento legale “può in ogni caso compiere gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana”.  Quella dell’amministratore di sostegno è stata vista infatti dal Codice come una figura protettiva e sollecita  la cui azione deve essere volta “alla cura della qualità della vita della persona  del beneficiario” . Un’istituzione che ha di fatto soppiantato quella dell’interdizione,  che in passato  aveva lo scopo di proteggere più il patrimonio che la persona,  finendo“ per infliggere restrizioni severe e gravi, comunque non modulabili in relazione al caso concreto.”

  Ragion per cui,” il legislatore italiano si è dimostrato, particolarmente sensibile ed attento alla tutela della persona del beneficiario, che viene privilegiata rispetto a quella potenzialmente contrapposta degli altri familiari i cui interessi erano invece alla base del sistema precedente, fondato appunto sulla protezione del patrimonio e sull’emarginazione della persona dell’interdetto”.

Nelle notizie riportate dalla cronaca mancano le precisazioni giuridiche e quindi non possiamo fare illazioni che potrebbero rivelarsi inesatte e incongrue. Ma  sembrerebbe che qui lo scopo che il legislatore si è prefisso sia stato del tutto travisato, anche perché viene precisato negli articoli del Codice essere necessario l’accordo del beneficiario, che qui con tutta evidenza non c’è stato, dal momento che la Lollobrigida si aggira come l’eroina di una tragedia greca nella sua casa, spogliata di tutto, lamentando che, privata di ciò che le è caro e dei ricordi di una vita, la stanno facendo morire. E la misura presa sembra destinata più a proteggere l’ingente patrimonio che la sua legittima proprietaria e la qualità della sua vita.

Questo episodio, benché risulti al momento poco chiaro, ci dà comunque l’occasione di riflettere sia sull’effettiva applicazione ed eventuale abuso di questa relativamente nuova norma giuridica in un mondo sempre più popolato da rappresentanti della terza e della quarta età, sia sugli effettivi pericoli cui sono esposte  le persone anziane, facilmente considerate  dei minus habens, alla  prima défaillance, per l’avidità degli eventuali eredi.  Come in una dolente pièce teatrale recitata da Mastroiani quando era già gravemente ammalato, Le ultime lune, in cui impersonava un anziano costretto dal figlio ad abbandonare tutto per entrare in una casa di riposo (dove abbiamo visto proprio in questo periodo di corona virus quanto gli anziani vengano protetti, essendosi verificata proprio tra loro la vera strage, per mancanza di misure adeguate che hanno moltiplicato in modo esponenziale i contagi), oggi qualsiasi persona di età avanzata rischia da un momento l’altro, magari per un solo temporaneo stato di demenza dovuto a un’anestesia, come in un caso che mi è capitato di seguire da vicino, di essere espropriata della sua casa e dei suoi beni,   ed essere scaraventata così, ignobilmente, verso una morte accelerata,  disperata, impietosa.

Mi auguro che qualcuno intervenga per restituire alla Lollobrigida i suoi beni, lampadari compresi. Anche se eventualmente diminuito di qualche pezzo,  il suo mondo di ricordi, frutto meritato delle sue fatiche, sue e di nessun altro, sarà per lei sempre meglio che vagare in una casa vuota, dove tutto le è stato sottratto. Anche la “Lollo”, sotto i suoi orpelli, è, come tutti noi, una fragile creatura umana avviata fra non molto all’ultimo traguardo.