Preti sposati, guerra in Vaticano sulla riammissione nella Chiesa
Preti sposati: i tradizionalisti cercano di attenuare la richiesta sempre più forte nel mondo di riammetterli nella Chiesa
Il Vaticanista Marco Tosatti nel blog “Stilum Curiae” pubblica un post fa sembrare “non notizia” dei fatti che sono avvenuti tra i Vescovi irlandesi. La conferenza episcopale irlandese, in visita ad limina questa settimana a Roma, non chiederà ufficialmente al Pontefice di considerare l’idea di permettere che i preti che si sono sposati tornino ad esercitare il ministero. Ma comunque, secondo i bene informati, la proposta del vescovo Leo O’Reilly, che ha posto il problema sul tavolo della discussione, emergerà nel corso dei colloqui che i vescovi irlandesi avranno con il Papa e con i responsabili dei dicasteri della Curia Romana (leggi qui).
La fine del requisito del celibato per i preti sarebbe “in linea con la prassi delle Chiese di rito orientale, dove i chierici possono essere sposati – e eliminerebbe l’anomalia attuale, che permette invece al clero anglicano sposato di essere riammesso nella Chiesa cattolica come sacerdoti ordinati regolarmente con mogli e figli”. “Oltre a ordinare uomini sposati, vi è un gruppo di sacerdoti ordinati che hanno lasciato il ministero attivo per sposarsi, che potrebbero essere invitati nuovamente, in questo momento, a ritornare al ministero. Questi preti sposati potrebbe portare la loro esperienza del matrimonio nel loro lavoro pastorale, fornendo risorse aggiuntive per affrontare la sfida della scarsità di sacerdoti in tutta la Chiesa.
I preti sposati italiani hanno anche sottolineato che la questione del celibato è già in fase di discussione ai massimi livelli in Vaticano. Per i vescovi tedeschi, o almeno per molti di loro, il celibato non dovrebbe essere obbligatorio per i sacerdoti di rito latino. Già nel 2008 l’allora neo presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, parlava contro “il divieto di riflettere” sul tema del celibato ecclesiastico, affermando fra l’altro che il collegamento tra il sacerdozio e il celibato “non è teologicamente necessario”.
Nel 2006, partendo per Roma, per assumere l’incarico di Prefetto della Congregazione del Clero, Hummes fece notizia “aprendo” all’idea dei preti sposati. “Partendo dalla considerazione che i celibi fanno parte della storia e della cultura cattolica – affermò il cardinale – la Chiesa può riflettere sopra questo tema, poiché il celibato non è un dogma ma una forma disciplinare”. Hummes ricordò che alcuni apostoli erano sposati (anche se lasciarono la famiglia, divenendo apostoli) e la proibizione del matrimonio è giunta alcuni secoli dopo l’istituzione del sacerdozio. Hummes aggiunse che la Chiesa non è una istituzione immobile ma che sa cambiare quando questo è necessario. Considerato che quella intorno al celibato non è una decisione facile che può essere presa in modo repentino, “la Chiesa dovrà in primo luogo discuterne e ridiscuterne”.