Cronache
Royal Family News, Harry: "La terapia EMDR mi ha salvato". Ecco che cos'è
Il Principe racconta le sue ansie più profonde e il metodo che gli ha consentito di superarle - GUARDA IL VIDEO
Il Principe Harry è molto coinvolto nel progetto “The Me You Can’t See”, la docuserie che lui stesso ha ideato con Oprah Winfrey sulla salute mentale.
Trasmessa su Apple TV, la serie rivela anche aspetti molto intimi della vita privata del Duca del Sussex, che ha raccontato di come la terapia EMDR gli abbia salvato la vita.
Come si vede nel filmato che Harry ha concesso di realizzare, la tecnica si basa su una seri di movimenti degli occhi e di tocchi del palmo delle mani, fatti insieme al terapista. EMDR sta per “Eye Movement Desensitisation and Reprocessing” ed è un approccio psicoterapico particolarmente efficace nel trattamento di numerose patologie, tra cui la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.
La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR.
Nel caso specifico di Harry, tale tecnica gli è servita per liberarsi dalla sensazione di essere “una preda cacciata” ogni volta che si recava nel natio Regno Unito. Ancora oggi, ogni volta che deve tornare a Londra (è successo per esempio con il funerale del nonno Filippo), Harry viene colto da attacchi di ansia, che però adesso sa come gestire, grazie alle tecniche imparate con l’EMDR.
Le paure recondite di Harry sono ovviamente legate alla tragica scomparsa della madre Diana che, come lui stesso ha raccontato, “era cacciata dai reporter mentre aveva una relazione con una persona di colore… e ho temuto che capitasse lo stesso a me con Meghan”.
Harry, che ora vive con la moglie in California, ha accettato di essere filmato durante una seduta di EMDR praticata in collegamento Internet con Sanja Oakley, psicoterapeuta che vive e lavora a Londra. Rendere pubblico un fatto così privato è certamente insolito, ma molti specialisti del settore hanno applaudito la decisione di Harry, che in questo modo ha fatto conoscere questa efficacissima tecnica a milioni di persone, per i quali ora si apre una nuova speranza di cura.
D’altra parte, tutto il progetto legato a “The Me You Can’t See” mira a togliere lo stigma sociale che ancora purtroppo accompagna la malattia mentale, incoraggiando chi sta male a fare ricorso agli aiuti a cui ha diritto, senza provare timore o vergogna.
“Dopo quattro/cinque anni di terapia”, ha detto Harry, “ho capito che la prevenzione è fondamentale. Non intendo dire che si debba parlare delle proprie paure ogni singolo giorno, ma che ti serve qualcuno che possa aiutarti ad essere più consapevole di quello che ti accade quando stai male e che ti dia gli strumenti per uscirne, prima che il malessere diventi troppo grosso. Nel mio caso, è stato necessario tornare nel passato, per affrontare di nuovo il trauma che mi aveva segnato, farci i conti, elaborare la cosa e poi riprendere la mia strada”.