Strage dei treni di Andria: torna in servizio il capostazione indagato
Strage dei treni in Puglia, il giudice ordina il reintegro del capostazione indagato, Alessio Porcelli
Torna al suo posto il capostazione di Corato, coinvolto nell'indagine sul disastro ferroviario avvenuto tra Andria e Corato il 12 luglio 2016, che causo' la morte di 23 persone ed il ferimento di 50 passeggeri. Lo ha deciso il Tribunale del Lavoro di Bari che ha disposto la riammissione in servizio di Alessio Porcelli.
Il giudice Luca Ariola ha anche annullato il provvedimento di sospensione dalla retribuzione, condannando Ferrotramviaria spa al pagamento in favore del ricorrente di tutti gli arretrati maturati.
Porcelli fu sospeso dal servizio insieme ad altri due lavoratori, il capostazione di Andria e il macchinista superstite, il giorno successivo al disastro. I tre sono indagati a vario titolo, insieme con tecnici ed amministratori di Ferrotranviaria, per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Tramite i suoi difensori, gli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Giuseppe De Lucia, impugno' subito il provvedimento chiedendo di essere riammesso in servizio.
Il Tribunale, con una sentenza immediatamente esecutiva, ha ritenendo che non sia sufficiente alla sospensione dal servizio il semplice coinvolgimento del lavoratore come indagato in un procedimento penale. L'inchiesta della magistratura di Trani e' tuttora in corso.
Stando agli accertamenti dei pm tranesi, a causare l'incidente sarebbe stato un errore umano dovuto all'utilizzo del blocco telefonico su una linea a binario unico e, da parte dei dirigenti della societa' Ferrotramviaria, l'aver omesso "la collocazione di impianti e apparecchiature tecnologiche - ipotizza la Procura di Trani - deputate alla protezione della marcia dei treni (Blocco Elettrico Automatico ovvero Blocco Conta Assi) idonei a prevenire ed evitare il disastro ferroviario".
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