Cronache

Strage Stresa, "Ho visto il bambino scivolare giù. Cercavo di tenerlo fermo"

Il primo ad accorgersi del crollo della funivia è stato un ragazzo che faceva trekking: "Ho sentito un forte rumore di ferraglia"

Strage Stresa, "Ho visto il bambino scivolare giù. Cercavo di tenerlo fermo"

La tragedia del Mottarone è ancora senza una spiegazione. Il crollo di una cabina della funivia che da Stresa porta su fino a 1500 metri e che ha causato la morte di quattordici persone resta un mistero. Tante le possibili cause, dalla mancata manutenzione all'errore umano. Mentre gli inquirenti cercano di fare chiarezza sull'accaduto, restano le storie di chi ha vissuto in prima persona il dramma. Se il piccolo Eitan di 5 anni è ancora vivo, forse un po' del merito va ad un giovane che stava facendo trekking su quelle montagne, insieme alla sua compagna. "Mi sono accorto quasi subito del bambino, ho cercato - spiega il soccorritore al Corriere della Sera - di tenerlo fermo, in modo che non scivolasse giù. Respirava, soffriva e non parlava. Sento ora che è in gravi condizioni, che si chiama Eitan, spero con tutto il cuore che si salvi. Ho sentito un forte rumore di ferraglia. La mia fidanzata ha visto passare veloce la funivia per una frazione di secondo e allora siamo corsi a vedere cos’era successo e abbiamo cercato di aiutare". La fidanzata, E. T., è ancora provata per quel che ha visto: "C’è chi è preparato e chi come me non ha mai visto nulla di simile. Sono ancora scioccata. Ho negli occhi quella gente e nelle orecchie quel rumore lungo, ferroso, come una frana sulle rotaie".

È ancora incredula Adele Ceraudo, artista, originaria di Cosenza. Domenica, - prosegue il Corriere - poco prima della tragedia, era salita sul monte dopo essersi imbarcata su una delle cabine della stessa linea. La donna, assieme al compagno, ha preso la funivia Stresa-Mottarone intorno alle 10. "Non ho avuto sentore di nulla durante la salita. Il panorama era meraviglioso e ho realizzato un video che ho postato sui social» ricorda. «Provo gratitudine e allo stesso tempo ho il cuore spezzato per quanto accaduto — racconta —. I parenti ci chiamavano ripetutamente sul telefono ma in un primo momento non abbiamo risposto e abbiamo saputo poi che per questo erano tutti terrorizzati. Ovviamente siamo rimasti scioccati. Non ho chiuso occhio la notte scorsa".