Cronache

Stragi del '93, "distrusse anche un biglietto dei boss". Nuove accuse a Mori

Di Redazione Cronache

L'ex comandante dei Ros è indagato dalla Procura di Firenze: "Nove mesi di silenzio anche se conosceva nel dettaglio il piano bombe"

Stragi del '93, il biglietto colorato e la soffiata tenuta nascosta: Mario Mori e i silenzi

L'ex comandante dei Ros Mario Mori è indagato dalla Procura di Firenze per le stragi di mafia del 1993. Secondo l'accusa, Mori "conosceva dettagliatamente il piano bombe ma per ben nove mesi non agì". Tutto ruota intorno a un bigliettino colorato fornito dai boss, che stando all'accusa formulata - e lo riporta Il Fatto Quotidiano - "lui distrusse". L’invito a comparire come indagato (che può avvalersi della facoltà di non rispondere) segue una prima audizione di un anno fa come testimone tenuto a dire il vero a sommarie informazioni. In quell’occasione a Mori è stata posta sicuramente la domanda che in tanti si fanno da decenni sul foglietto colorato con i nomi dei boss.

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In particolare - in base a quanto ricostruito da Il Fatto - a Mori i pm di Firenze contestano di non aver valorizzato le informazioni ricevute nell'agosto 1992 grazie al maresciallo dei Carabinieri Roberto Tempesta che entrò in contatto con Paolo Bellini, a sua volta in contatto con il boss Antonino Gioé. E di non aver dato seguito alle confidenze ricevute (a detta del collaboratore) da Angelo Siino il 25 giugno del 1993, quando era solo un confidente del Ros. Dopo le stragi che costarono la vita a Falcone e Borsellino, i boss chiedono a Bellini - secondo l'accusa - di portare la loro richiesta allo Stato per abbassare il livello dello scontro: benefici carcerari per cinque boss di prima grandezza. Tempesta consegna a Mori il foglietto colorato con i nomi dei boss, ricevuto da Bellini. Ma per i pm "Mori pur conoscendo il piano bombe, per mesi evitò di indagare".

Mafia: Carabinieri "vicinanza a Mori, da lui lustro ad Arma"

"Nel pieno rispetto del lavoro dell'Autorita' Giudiziaria", l'Arma dei Carabinieri "esprime la sua vicinanza nei confronti di un ufficiale che, con il suo servizio, ha reso lustro all'Istituzione in Italia e all'estero, confidando che anche in questa circostanza riuscira' a dimostrare la sua estraneita' ai fatti contestati". Lo scrive in una nota il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, in relazione alla notizia dell'avviso di garanzia nei confronti del generale Mario Mori.