Cronache

Trieste, Questore: "Killer poteva fare una strage? E' un dato di fatto"

Trieste, Questore:"Poteva essere una strage". Ordinanza gip, Meran lucido, assenza riscontri su malattia

Trieste: ordinanza gip, Meran lucido, assenza riscontri su malattia

Alejandro Stephan Meran, nel corso della sparatoria all'interno della Questura di Trieste ha mostrato "lucidità" portando avanti senza indugi "un'azione aggressiva". È quanto emerge ed è rilevato nel decreto di fermo. Il gip nell'ordinanza che dispone il carcere per l'uomo, accusato di aver ucciso due agenti e avere sparato contro altri otto poliziotti, rileva l'assenza di riscontri oggettivi su una possibile malattia psichica dell'uomo.

TRIESTE: QUESTORE, 'IN IMMAGINI TELECAMERE FASI CONCITATE E DRAMMATICHE'

Le immagini registrate dalle telecamera della questura "dicono che ci sono state fasi estremamente concitate e allo stesso tempo drammatiche. Hanno testimoniato anche la capacità di risposta dell'apparato che è riuscito a fermare la persona immediatamente, scongiurando che potesse fare danni peggiori". Così il questore di Trieste interviene a due giorni dalla sparatoria negli uffici della questura in cui hanno perso la vita gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Un duplice omicidio di cui risponde Alejandro Augusto Meran, 29 anni, che si trovava in questura per aver confessato al fratello di aver rubato uno scooter. 

Trieste, Questore: "Grandi poliziotti, dieci giorni fa avevano sventato un suicidio"

"Una decina di giorni fa i ragazzi hanno sventato il suicidio di un giovane e questo a testimonianza della loro capacità sia operativa sia della loro cifra umana. Relazionarsi con una persona in una situazione talmente critica e disperata denota quelle che erano le loro caratteristiche: dei grandi uomini e dei grandi poliziotti". Così il questore di Trieste Giuseppe Petronzi ricorda gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta uccisi in questura. 

Un episodio svelato per "omaggiare il loro senso del dovere, la loro dedizione e la loro capacità professionale" e che 'contrasta' con un lavoro quotidiano vissuto "in composto silenzio". In questo senso il questore non vuole sottolineare "soltanto la straordinarietà del gesto" di chi ha fermato il 29enne di origine domenicana autore del duplice omicidio.  "Credo che il nostro lavoro sia fatto di tanti gesti singoli che messi insieme producono la sicurezza. Sicuramente il nostro agente è stato molto bravo dal punto di vista operativo. Ma in questo momento voglio sottolineare l'attività che nel quotidiano, silenziosamente, fanno i nostri ragazzi e che stavano facendo i due ragazzi che sono morti", conclude il questore.

TRIESTE: QUESTORE, KILLER POTEVA FARE UNA STRAGE? 'E' UN DATO DI FATTO'

"E' un dato di fatto". Così il il questore di Trieste Giuseppe Petronzi replica a chi gli chiede se si è rischiata la strage quando venerdì pomeriggio Alejandro Augusto Stephan Meran ha imbracciato due pistole e negli uffici di via Tor Bardena ha ucciso i due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 31 e 34 anni. "Questo è un dato di fatto. Aveva delle armi, all'interno della Questura. Fortunatamente e tragicamente c'eravamo solo noi poliziotti, fortunatamente non erano esposte altre persone. La potenzialità era tale che il bilancio sarebbe potuto essere più tragico", non nasconde il questore che ha appena ricevuto la visita e l'abbraccio della comunità ortodossa.

TRIESTE: AGENTI UCCISI, CONTINUA 'PELLEGRINAGGIO' DAVANTI QUESTURA

E' un tappetto di fiori, disegni colorati fatti a mano dai bambini, tricolori listati a lutto, quello che riempi i tre gradini all'ingresso della questura di Trieste dove due giorni fa sono stati uccisi Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, di 31 e 34 anni. E' un tributo a due agenti, a "due eroi", è un "grazie per aver servito questo Paese". C'è una piccola macchina della polizia, il regalo di un bambino, ci sono diverse decine di lumini accesi, il cordoglio di associazioni e singoli, di "Trieste che piange e ama due angeli".

E' l'abbraccio commosso e silenzioso per dei poliziotti che hanno "servito il nostro Paese", ai "protettori dell'Italia". C'è la lettera della piccola Francesca, "la figlia di un vostro collega, volevo solamente dirvi Grazie, siete i miei eroi perché avete sacrificato la vostra vita per svolgere al meglio il vostro lavoro. Questo vi fa onore". Ci sono i messaggi di tante mamme, ma a lasciare un fiore o dare una stretta di mano ai poliziotti che sorvegliano l'atrio della questura, sono le persone di ogni età. La polemica su quanto accaduto non è sulla bocca dei triestini. C'è solo un messaggio che suona 'diverso': "Onore e orgoglio per questi eroi della Patria, caduti per servire uno Stato infame che non li merita".

Hanno il passo lento le persone che entrano nell'atrio di via Tor Bandena dove solo due giorni fa Alejandro Augusto Stephan Meran, 29enne di origine domenicana, ha sparato impugnando le due pistole di ordinanze delle vittime. Abbassano il capo, si raccolgono in preghiera, trattengono o fanno scorrere le lacrime davanti alla foto dei due agenti appoggiate proprio sotto la grande targa in marmo dedicata ai 'Caditi nell'adempimento del dovere'. I loro visi incorniciati sono circondati dalle corone lasciate ieri da tutte le altre divise e dalle istituzioni. Ci sono i fiori dei colleghi e un biglietti scritto con un pennarello che assomiglia a una promessa: "Non sarete dimenticati. Grazie ragazzi, i nostri angeli".