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Bufera sullo studente che non è salito sulla scala arcobaleno. "Ha preso una nota perché si è arrampicato rischiando la vita"
L'Ufficio Scolastico, diretto dall'ex ministro Marco Bussetti, smentisce ogni punizione per il rifiuto. Bollato come caso mediatico


Verona e il 13enne della scala arcobaleno: “Si è arrampicato rischiando la vita”
Altro che scala arcobaleno e rifiuto di salirla “perché contrario ai valori LGBT”: il 13enne protagonista dell'episodio in una scuola media statale di Verona lo scorso 11 febbraio è stato raggiunto da un provvedimento disciplinare, “perché ha scavalcato il corrimano e ha rischiato di cadere nel vuoto della tromba della scala”.
L'ufficio dell'ex ministro Bussetti promuove l'operato della scuola
È la risposta secca dell'Ufficio Scolastico provinciale di Verona, diretto dall'ex ministro dell'Istruzione del Governo Conte, Marco Bussetti, alle polemiche sorte su quella che è tutto tranne che una scala arcobaleno, in linea con le indicazioni ricevute direttamente dal ministro Valditara che ha già ricevuto la relazione dettagliata su quanto accaduto.
Un caso mediatico montato, smentito dal titolare dell'Istruzione attraverso l'Ufficio Scolastico Provinciale che non solo nega la nota disciplinare legata al mancato uso delle scale per raggiungere il teatro, ma chiarisce che non si tratta di un “simbolo” della lotta all'omofobia ma semplicemente un elemento di educazione ai valori con frasi che promuovono l'amicizia e il rispetto.
“Non c'è nessun riferimento LGBT e nessuna azione punitiva legata al mancato uso della scala – dicono dagli uffici – l'Istituto si è comportato nel rispetto del Codice Etico che punisce i ragazzi che fanno gesti che possono mettere a rischio la loro salute”.
"Se poi si vuole trasformare in un caso mediatico..."
E poi concludono: “Se poi si vuole trasformare questo fatto in altra cosa... Ora il nostro problema è di tutelare un 13 enne preso d'assalto dalle troupe televisive che hanno circondato la scuola. Per noi il caso non solo non esiste ma è chiuso”. È possibile che nelle prossime ore i familiari dello studente vengano invitati dai dirigenti dell'Ufficio Scolastico provinciale per un chiarimento”.
Il padre non si arrende e parla a Pro Vita: "Veniamo da paesi diversi e democratici"
Gli stessi genitori di nazionalità straniera che però avrebbero reso una serie di dichiarazioni infuocate all'associazione Pro Vita, rilanciate in una nota ufficiale: “Veniamo da Paesi diversi e democratici né io, né mia moglie siamo omofobi- ha spiegato il padre a Pro Vita & Famiglia - quindi etichettare come omofobo un bambino di 13 anni che non condivide le idee del movimento Lgbt+ lo ritengo grave. “Oltretutto, il ragazzo non ha mai usato terminologie volgari, omofobiche o offensive, semplicemente si è rifiutato di salire le scale”.