Video porno gay poi il ricatto: pr romano accusato di estorsione e spaccio
Sotto il nome di "Cristian", Rinaldo Giovannetti avrebbe filmato incontri hard con uomini per poi ricattarli. Lavora per lo studio Lucherini-Pignatelli
Avrebbe filmato i suoi rapporti sessuali gay con uomini per poi ricattarli minacciandoli di divulgare le immagini compromettenti sui social. Secondo il Corriere della Sera, a tartassare i malcapitati era Rinaldo Giovannetti, muscoloso e tatuatissimo 39enne romano, pr cinematografico collaboratore del celeberrimo studio Lucherini/Pignatelli, e finito ai domiciliari poiché ritenuto responsabile di furto, rapina, estorsione e spaccio di stupefacenti.
Secondo il Corriere, a inchiodarlo, è stato un anello d'argento rubato a una vittima... ma poi gli inquirenti hanno rivenuto nel suo smartphone decine di suoi video a luci rosse che lo vedevano impegnato in rapporti sessuali con altri uomini.
Sempre secondo il Corriere, Giovannetti alias "Cristian" come si sarebbe fatto chiamare è stato denunciato qualche mese fa da un trentenne della provincia di Roma, dal quale avrebbe preteso 250 euro per non divulgare il video hard del loro rapporto sessuale, consumato dopo un incontro virtuale sul sito Bacheca.it.
Un rapporto sessuale corredato da consumo di cocaina, quindi seguito da un secondo con la partecipazione di un altro uomo e dosi di un'altra sostanza stupefacente, secondo il classico scenario Party & Play sempre più ipico degli ambienti gay.
La presunta vittima di Giovannetti prima avrebbe pagato, ma poi - continuamente tartassato dal pr - avrebbe contattato la polizia. Gli agenti hanno poi identificato altre presunte vittime del tatuato culturista, vittime che lo avrebbero rinosciuto confessando di aver avuto da lui le stesse richieste di denaro per impedire che venissero divulgati video compromettenti.
Giovannetti ora è agli arresti domiciliari, accusato di estorsione, furto, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti. Sul suo profilo facebook, questa mattina, ha pubblicato il seguente status: Chi mi conosce sa chi sono. Non ho mai estorto soldi a nessuno. Non ho mai obbligato nessuno a fare niente. Sono matto si ma sono corretto e leale. Un articolo di giornale che mi ha distrutto la vita. Un articolo che dice cose non vere. Un articolo che mi definisce colpevole. Quando nessuno sentenza e' stata ancora emessa .Schifoso giornalista mi hai ucciso in ogni caso".
Colpevole o innocente, quindi? Staremo a vedere. Certo che, dopo l'omicidio Varani e il suicidio di Marco Prato in carcere, questo sembrerebbe un altro caso che scuote nel profondo la comunità gay romana, o almeno quella parte di essa che ruota attorno al mondo del cinema e delle "pubbliche relazioni. Quanto allo studio Lucherini/Pignatelli, i responsabili si dicono "sconcertati" e per il momento non rilasciano altre dichiarazioni.