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Cronache
Voghera omicidio, Adriatici: "Non so come sia partito il colpo, io distrutto"

Il colpo era comunque in canna, "ce l'aveva sempre perche', quando uno e' sottoposto a un addestramento da poliziotto e si porta dietro un'arma, sa che se si trova in una situazione di pericolo puo' andare in panico. Se togli la sicura invece puoi sparare senza stress e non dover compiere ulteriori attivita' che ti portino via del tempo. Del resto nel momento in cui viene rilasciato il porto di un'arma viene fatta prima un'indagine che viene svolta da un'autorita' competente che accerta l'idoneita' anche psicologica del soggetto".

A proposito del filmato registrato da una telecamera vicina al bar, i pm Mario Venditti e Roberto Valli hanno incaricato un ingegnere informatico di redigere una consulenza per rendere piu' chiare le immagini. E intanto trapela che gia' sarebbe emerso "un dettaglio importante" che va nella direzione dell'ipotesi degli inquirenti, di una legittima difesa troppo 'vigorosa'. Al gip Maria Cristina Lapi il compito di valutare se sussistano, come ritiene la Procura, il pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato.

La decisione dovrebbe arrivare sabato nel giorno in cui le associazioni e i cittadini di Voghera riuniti nel nome dell'antirazzismo manifesteranno per esprimere solidarieta' ai familiari del cittadino marocchino. Il sindaco Paola Garlaschelli e' preoccupata per eventuali disordini e ha invitato i negozianti di piazza Meardi, dove e' morto El Boussetaoui, "a prestare opportuna attenzione" suggerendo "di valutare l'eventuale chiusura delle proprie attivita'".

Adriatici "confuso", "non ricordo"

Non ho un ricordo preciso, non so come sia partito quel colpo". Nelle ore in cui un giudice sta decidendo se puo' tornare alla liberta', Massimo Adriatici offre una nuova versione su come sia partito il proiettile che ha ucciso Youns El Boussetaoui davanti al bar 'Ligure' di Voghera.

L'assessore alla Sicurezza leghista aveva in un primo momento riferito agli inquirenti di averlo esploso in modo accidentale, durante la caduta indotta dal pugno incassato dall'uomo senza dimora di origine marocchina. Ora, attraverso i suoi legali che improvvisano una conferenza stampa in un cortile sotto il loro studio, fa sapere di non avere una memoria nitida sul punto per lo stato confusionale in cui si trovava a causa del cazzotto che ha comportato significative escoriazioni "constatate dal medico legale incaricato dalla Procura" e la rottura degli occhiali, disorientante per "un soggetto molto miope".

"Si ricorda di una persona che si avventa su di lui e lo colpisce mentre stringe l'arma cadendo - dicono i legali Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli - Poi e' confuso. Quello che e' certo e' che e' stato vittima di una violenza inaudita e improvvisa e non ha aggredito nessuno, e' sbagliato parlare di una lite".

"Pentito per quello che e' successo? Non si puo' parlare di pentimento per una cosa che lui non voleva fare - e' la risposta dei difensori alla 'classica' domanda dei cronisti in queste occasioni -. Adriatici e' distrutto per quella che e' una disgrazia immane e a tratti disperato. Come chiunque perche' una persona e' morta, c'e' un procedimento penale in corso e soprattutto e' distrutto nel vedersi descritto dai media come uno sceriffo che non e' perche' non si e' mai visto uno sceriffo chiamare la polizia come ha fatto lui. E' una persona anzi di grande umanita'". 

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