Culture
ABBAGNANO. UNA VITA PER LA FILOSOFIA.
Opere, documenti, ricordi, a cura di Rosanna Panelli Marvulli
“Non si estraniava dalla vita, ma la osservava come un vero filosofo, mantenendo un certo distacco”, Franco Ferrarotti descrive così Nicola Abbagnano: uomo di grande serenità.
Un uomo, un filosofo, uno storico della filosofia che nella sua passeggiata della vita ha lasciato orme indelebili di umanità. Noti a tutti i volumi di Storia della filosofia, quelli in collaborazione con l’allievo Giovanni Fornero, il “Dizionario di filosofia”, la sua vita, la sua appartenenza all’esistenzialismo: tutto questo è raccontato con acume da Rosanna Panelli Marvulli. Segretaria per quasi quarant’anni di Abbagnano, ha scelto, dando prova anche di affetto e stima nei riguardi del fondatore dell’esistenzialismo positivo, di pubblicare con la casa editrice UTET: Abbagnano. Una vita per la filosofia. Opere, documenti, ricordi.
Un libro che contiene testimonianze di chi lo ha conosciuto come Norberto Bobbio, Franco Ferrarotti, Pietro Rossi, Carlo Augusto Viano, Umberto Eco, e molti altri che hanno incrociato lo studioso e riconosciuto la sua “umiltà di pensiero”. Una biografia, un diario che pone all’attenzione dello sguardo di chi vorrà soffermarsi e riflettere sull’uomo, filosofo, autentico pensatore che della filosofia ne ha fatto una vera e propria ‘filosofia di vita’ senza abbarbicarsi su nulla, né bleffare. Un esempio, una possibilità.
Ecco perché leggere il libro su Abbagnano di Rosanna Panelli Marvulli giova alla mente, al pensiero, alla presa di coscienza su ciò che si è, con quello sguardo forse un po’ disilluso sull’oggi.
In Abbagnano. Una vita per la filosofia è contenuto un saggio di Giovanni Fornero, l’allievo col quale ha dato vita ai manuali di Storia della filosofia per Licei e Università, e infatti, si legge: “Che Abbagnano sia una delle maggiori figure della filosofia e della cultura italiana del Novecento è un fatto noto”, mentre, importante è sottolineare la sua capacità al dialogo, al relazionarsi con gli altri, alla “reciprocità”, alla voglia di credere a “una grammatica morale comune in grado di garantire uno spazio di incontro fra popoli e culture diverse e che giudicasse tale idea fornita di concrete possibilità di realizzazione, non significa che, dal suo punto di vista, essa dovesse essere ritenuta qualcosa di sicuro e garantito”(p. 24): una “filosofia della possibilità” appunto che si configurasse come una scelta responsabile e critica. E su un’etica del pensiero, dell’agire, è stata tessuta la trama della modernità - dopo le estenuanti guerre - da filosofi italiani, tedeschi, francesi che hanno fornito motivazioni di rinascita, di possibilità a non ripetere tali atrocità, avvalorando come Georg Simmel, il “quotidiano”: interazioni di reciprocità che fanno conoscere l’essere umano, con i suoi limiti.
Limiti che lo stesso Abbagnano riconosce ma che supera con una consapevolezza di pensiero critico e universale: la libertà di essere se stessi. Un pensiero quello di Abbagnano su Simmel che è stato enfatizzato da Antonio De Simone, storico della filosofia, in un suo saggio L’Io reciproco. Lo sguardo di Simmel (Mimesis) conoscitore del filosofo berlinese e dello stesso Abbagnano per il quale ha redatto delle voci sul “Dizionario di filosofia” della UTET, terza edizione aggiornata e ampliata del 1998, curata da Fornero e da altri studiosi. Nello specifico, De Simone riprende un concetto fondamentale e acuto di Abbagnano su Simmel: “la cultura è una forma che tenta di immobilizzare e di costringere in una struttura rigida, che dovrebbe rimanere eterna, il movimento incessante della vita. […]. Il conflitto fra vita e cultura è perciò essenziale e inevitabile. […] La vita non può fare a meno di realizzarsi in una forma, in una cultura determinata, fondata sui valori veramente stabili. Il suo agitarsi inconcludente in ogni direzione non porta a nulla. Porta soltanto, possiamo aggiungere, all’impoverimento della vita stessa, al suo appiattirsi sulle forme più povere, al suo ritorno, per forza d’inerzia, sulle posizioni da cui si pretende liberarla” (N. Abbagnano, Il movimento incessante della vita, in Id., La saggezza della filosofia, Rusconi).
Perciò, i motivi per cui leggere Abbagnano sono tanti e in particolare, Abbagnano. Una vita per la filosofia diviene una forma di gratitudine dovuta a un grande pensatore italiano ed è altrettanto dimostrarsi grati nel leggerla, studiarla, immergendosi in una vita che affascina, in ricordi che emozionano, ma soprattutto appare come una lente di ingrandimento verso un mondo che è stato e attraverso il quale si potrebbe ri-flettere per ex-sistere, vale a dire guardarsi allo specchio, uscir fuori dall’egoico “Io”, per riprendere quel “sé” che comprenda la complessità: la reciprocità, l’incontro, l’apertura. Certamente la nostra Contemporaneità ha bisogno di questo, ha l’urgenza di credere per indirizzarsi verso una rotta ragionevole, per un nuovo cammino consapevole da intraprendere. Ecco, Rosanna Panelli Marvulli ha con questo libro garantito la possibilità di nutrirsi di un pensiero vitale, quello di Nicola Abbagnano, di informarsi del suo percorso biografico, intellettuale, dei suoi incontri, delle sue preziose creazioni. Ed è encomiabile inoltre, la chiusura di tale notevole lavoro di Marvulli intitolata “Il dialogo attraverso il silenzio dell’ascolto e la ricerca della felicità”. Una lezione di vita. Una lezione di filosofia.
di Alessandra Peluso