Culture

Artemisia Gentileschi, restaurate le lettere provenienti da Casa Frescobaldi

ANDREA CIANFERONI

Dall’archivio di palazzo Frescobaldi restaurate ed esposte alla National Gallery di Londra le lettere d’amore della celebre pittrice Artemisia Gentileschi

Restaurate ed esposte a Londra alla National Gallery, le lettere d’amore di Artemisia Gentilischi.  Indirizzate all’amante ventenne Francesco Maria Maringhi, ricco rampollo di un’antica famiglia dell’aristocrazia fiorentina, le lettere rivelano una storia a tratti torbida, di bellissima pittura, di denaro e di potere che in qualche modo ha influenzato alcune delle opere della celebre artista. Sono cinque le lettere, tra le quarantadue conservate nell’Archivio dei Marchesi Frescobaldi, che voleranno a Londra alla National Gallery per la più grande mostra mai realizzata nel Regno Unito sulla celebre pittrice Artemisia Gentileschi. Ambiziosa artista, amante degli uomini, del denaro e del potere, Artemisia è forse la prima donna nella storia ad aver ottenuto la sua indipendenza e successo attraverso la sua formidabile arte.  Figlia d’arte, il padre Orazio era un pittore di scuola caravaggesca, a soli 17 anni viene violentata dall’amico di famiglia e maestro Agostino Tassi e lo denuncia. L’accaduto non ostacola la carriera della giovane che ignora malelingue, continua a dipingere, dimostrando subito tutto il suo innato talento.  Richiestissima da prestigiosi committenti internazionali, Artemisia conosce personalità illustri come Galileo Galilei ed è la prima donna ad essere ammessa all’Accademia dell’Arte di Firenze. Dolore e successo si ritrovano nelle sue tele, dove prevalgono figure femminili determinate, forti e dolci al tempo stesso. La pittura divenne per l’artista un forte strumento di rivendicazione femminile, un silente grido che emanava dalla tela la speranza di un forte capovolgimento dei ruoli in quella rigida società governata dagli uomini, gli stessi uomini che l’avevano umiliata e resa colpevole di essere una tentatrice. Artemisia ha giustiziato gli uomini che l’avevano condannata per rendere la sua denuncia immortale, per creare una forte eco nei secoli dell’oltraggio da lei subìto, perché lei era ed è un’eroina che ha sfidato impavida un’epoca difficile con l’arma più potente ed eterna che esista, l’arte, riscrivendo la storia, diventando un esempio di donna emancipata, ma soprattutto, riconquistandosi sulla tela l’onore e la giustizia che il processo le aveva negato. La lettere saranno esposte dal 4 aprile al 26 luglio alla National Gallery presso la Sainsbury Wing insieme alle opere della coraggiosa e rivoluzionaria pittrice sposata con Pierantonio Stiattesi, autore anche lui di quattordici scritti indirizzati allo stesso gentiluomo, alcuni ritrovati nell’Archivio dei Marchesi Frescobaldi e restaurati.   A consegnare le preziose lettere d’amore a Letizia Treves, James and Sarah Sassoon, Curator di pittura italiana, spagnola e francese del XVII secolo presso la National Gallery di Londra, è stata Tiziana Frescobaldi, Presidente Compagnia de’ Frescobaldi (la prima donna a ricoprire tale incarico nella lunga storia della dinastia fiorentina famosa in tutto il mondo per il vino, ndr) e Direttore Artistico del progetto Artisti per Frescobaldi, il premio biennale d’arte contemporanea nato nel 2012 che da anni promuove la cultura e l’arte anche nel mondo vitivinicolo. Le Lettere di Artemisia Gentileschi custodite nell’Archivio Frescobaldi, indirizzate dalla pittrice a Francesco Maria Maringhi amministratore dei beni della famiglia Frescobaldi e ritrovate dal Professor Francesco Solinas durante i suoi studi nell’archivio – sottolinea Tiziana Frescobaldi - rappresentano dei documenti unici nel loro genere per entrare nella vita privata e psicologica di questa grande artista italiana. Quest’anno la National Gallery celebra la Gentileschi con una grande mostra monografica ed è un grande onore per la famiglia Frescobaldi essere sostenitrice della più illustre pittrice dell’età barocca, durante il suo periodo fiorentino, e aver conservato queste preziose lettere”. Le cinque lettere prendono nuova vita grazie al sapiente lavoro di Flavia Serena Di Lapiglio, restauratrice di opere d’arte, e la traduzione del Professor Francesco Solinas, grande studioso di cultura artistica e scientifica, che racconta “Nel 2011, stavo cercando nuove informazioni sulla vita dell'artista, e in particolare sul suo soggiorno fiorentino (1613-1620). Durante i miei studi nell'archivio della famiglia Frescobaldi, ho scoperto 36 lettere completamente sconosciute e autografe scritte dall'Artemisia e da suo marito Pierantonio Stiattesi al nobile fiorentino Francesco Maria Maringhi. La scoperta ha completamente cambiato la percezione della vita e dell'opera dell'artista e del suo universo creativo; nuova luce viene anche proiettata sulla sua tecnica pittorica.” Forti, appassionate e disperate, le lettere di Artemisia Gentileschi all’amante Francesco Maria Maringhi, sono tra i documenti più straordinari riguardanti un’artista nell'Europa del diciassettesimo secolo. Per tessere una panoramica selettiva della quarantennale carriera della pittrice che proprio a Londra compì un viaggio durante gli ultimi anni della sua drammatica esistenza, e scoprire la passione e l’amore che si leggono nei suoi testi, l’appuntamento è dal 4 aprile alla National Gallery, il museo più importante della capitale inglese. Letizia Treves aggiunge: “Sono grata alla Famiglia Frescobaldi di poter esporre nel nostro museo questo ricco tesoro dell’Archivio Frescobaldi. Grazie a queste lettere i visitatori potranno ascoltare la voce di Artemisia Gentileschi e conoscere ancora più a fondo l’artista, una donna che si mostra in questi testi nella sua più totale vulnerabilità”. Francesco Maria Maringhi era il figlio di Filippo Maringhi († 1602), funzionario di alto rango dell'amministrazione medicea. Appartenente ad una nobile fiorentina, Filippo non poté sposare Caterina, una bella popolana che aveva dato alla luce Francesco Maria, loro unico figlio. Alla morte del padre, Francesco Maria fu lasciato all’età di nove anni sotto la tutela di Matteo Frescobaldi (Firenze 1577-1642), banchiere e socio in affari di suo padre. Francesco Maria Maringhi beneficiò della rete internazionale creata da Matteo Frescobaldi, fornitore di beni di lusso alla corte dei Medici. Molto attivo a Roma, nel Sud Italia e nel Vicino Oriente per gli affari dell'azienda, Francesco Maria era un giovane brillante ventenne quando incontrò Artemisia Lomi Gentileschi a Firenze nel 1616-1617.