Culture
Christian Tasso, in esposizione le sue foto che ci mostrano gli invisibili
Aperta fino al 28 maggio alla Fabbrica del Vapore di Milano, Nessuno escluso presenta intensi scatti in bianco e nero sulla disabilità nel mondo
Viviamo in un cacofonico e siderale appiattimento di criteri, significato e valori, sotto quello che Olga Gambari, direttrice del festival diffuso Nesxt, definisce “il dominio della iper/ultra/mega/fanta-comunicazione”, dove “tutti hanno diritto di parola così come qualsiasi cosa di essere comunicata”. In questo costante e precipitoso correre verso il baratro dell’incomprensione, sia tra gli individui che degli individui nei confronti del reale e ancora di più nei confronti di ogni forma d’arte, è indispensabile reperire dei riferimenti, che, se non nelle parole di chi le utilizza fornendo dei punti di vista soggettivi (sempre più difficili da essere compresi e condivisi) oppure mettendosi in gioco come “demiurgo” di un pensiero colto ed eclettico, possono essere individuati in idee forti, sensazionali, capaci di indurre sensazioni profonde e immediatamente leggibili come autentiche.
La fotografia, con il suo portato di veridicità e precisione, di possibilità di immergere dentro un punto di vista originale quanto recepito come “ripetibile”, con il suo evitare le formule misteriose, involute e ridondanti di molta arte contemporanea, rimane un ancoraggio, un linguaggio che di necessità evita frasi subordinate, ricercatezze fine a sé stesse, circonlocuzioni ridondanti e quant’altro. La fotografia parla con voce chiara, in grado di sovrastare spesso l’(in)utile cacofonia dell’intorbidamento e dell’oscurità cui ci stanno costringendo i maestri della non trasparenza e della banalità ovunque diffuse.
Monti Niligiri 2017 ©Christian Tasso
In questo senso la mostra Nessuno escluso del fotografo maceratese Christian Tasso, aperta fino al 28 maggio nella Sala delle Colonne sita nella Fabbrica del Vapore a Milano, dovrebbe essere una tappa obbligata per tutti, a cominciare dagli studenti di ogni ordine e grado. Il linguaggio di queste immagini, scattate in diverse parti del mondo (Italia, Ecuador, Romania, Nepal, Germania, Albania, Cuba, Mongolia, India, Irlanda, Svizzera, Kenya, Cambogia, Paraguay ed Etiopia) possiede una forza che sa scardinare i pregiudizi, una poetica che sa raggiugere l’intimo, una discorsività senza infingimenti e senza incomprensioni.
Queste foto sono una forma di letteratura, oltre che di cultura e di cronaca. E non, o almeno non solo, perché rappresentano la “diversità” come una risorsa integrata nel contesto sociale in cui vivono i soggetti. Soprattutto perché comunicano, sono un terreno di incontro e insieme di scontro. Di rapporto con chi è rappresentato e con l’occhio che è mezzo di rappresentazione. Perché cancellano da chi le guarda ogni forma di pregiudizio, non fanno mai disinformazione. Perché possiedono la discorsività chiara e veritiera dell’“altro”.
Manzanillo Cuba 2016 ©Christian Tasso
«In genere la disabilità viene trattata seguendo due strade», dice Tasso, che vanta premi internazionali in curriculum, «una pietistica, l’altra, all’opposto, celebrativa, che racconta i disabili come eroi. Io ho cercato di tenermi distante da queste interpretazioni proprio chiedendo ai protagonisti di scegliere come essere ritratti. Un atteggiamento che mi ha aiutato a cambiare modo di vedere: invece della loro disabilità tutti hanno messo al centro l’ordinarietà della loro vita. Il lavoro, gli amici, la famiglia.»
Tutte di grande o medio formato, le foto di Nessuno escluso (ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì in orario 12-19) sono scattate in pellicola e sviluppate in camera oscura, tutte in un bianco e nero iconico, che ha la forza del marmo scolpito da cui emergono, non le situazioni estreme dell’americana Diane Arbus, bensì la condivisione delle esperienze, la curiosità verso il genere umano, l’inclusione come andrebbe vissuta, nel piacere della quotidianità, del lavoro, dello stare in famiglia. Nel piacere di una vita che è “assunzione di responsabilità” contro la negatività attorno.
5. Provincia del Hôvsgôl Mongolia 2017 ©Christian Tasso