Culture

Confindustria, le imprese culturali e creative si rafforzano nel sistema

Negli ultimi due anni, l’Associazione presieduta da Luigi Abete, nata nel luglio 2018, ha visto triplicare la sua base associativa

Si è svolta oggi 30 marzo l’assemblea privata dell’Associazione Imprese Culturali e Creative (AICC) che ha segnato l’inizio di una nuova fase per l’Associazione aderente al Sistema Confindustria. Nata  a luglio del 2018 , AICC supera  con questa Assemblea il periodo di rodaggio con il completamento degli organi statutari e la conferma del mandato al Presidente Luigi Abete che ha governato con successo  la transizione.  

Negli ultimi due anni, gli anni  difficili della pandemia,  l’Associazione ha visto triplicare la sua base associativa ed  è oggi un riferimento associativo per   realtà,  piccole,  medie e grandi,  attive nel settore delle mostre e della gestione dei musei, della digitalizzazione e dell’editoria specializzata nell’arte, della logistica per l’arte, oltre a parchi e grandi giardini di interesse culturale. Il comune denominatore delle imprese associate è operare con impegno e passione, per la produzione e la gestione di prodotti e servizi  diretti ad  accrescere il valore del patrimonio culturale nazionale sia pubblico che privato.  

Attraverso la costituzione al suo interno  di hub associativi, AICC offre servizi settoriali mirati e, al contempo, dà voce alle istanze complessive del settore facendone sintesi nel dialogo con le istituzioni.

Nel ringraziare gli associati per la fiducia, il presidente Luigi Abete ha dichiarato che “AICC punterà a rafforzarsi per proseguire ad essere un punto di riferimento per la rappresentanza e la tutela degli interessi delle imprese del settore. I prossimi passi in tal senso riguarderanno alcuni temi caldi. Per i provvedimenti emergenziali, l’accelerazione nella corresponsione dei ristori, già da tempo deliberati e ad alcuni non erogati.

Sul piano strutturale:

  • affrontare in modo organico la questione delle gratuità nei musei e nei luoghi di cultura, quasi sempre non adeguatamente programmate e non coerenti con i servizi definiti con le imprese; 
  • l’attivazione di una politica per favorire l’internazionalizzazione, tramite la promozione di mostre itineranti strutturate;
  • la circolazione delle opere giacenti nei depositi, pubblici o privati, per rivitalizzare i musei ed i luoghi di cultura, esistenti in modo diffuso sul territorio nazionale;
  • da ultimo, non per importanza, il tema delle gare per evitare criteri che tendono solo al massimo ribasso senza ricerca di procedure adeguate che trasformino i bandi di gara in occasioni di innovazione e di miglioramento della qualità dei servizi utili al rilancio e all’investimento per i beni culturali”