Culture
I volti del cinema italiano: gli scatti di Luxardo in mostra a Roma
Al via a Roma la mostra fotografica con gli scatti di Elio Luxardo appartenenti alla Fondazione 3M
Realizzata in occasione della Festa del Cinema di Roma, l’esposizione del “fotografo delle dive” Elio Luxardo sarà aperta al pubblico dal 17 ottobre al 1° dicembre. 32 gli scatti visibili alla Casa del Cinema, già dell’archivio di Fondazione 3M.
Realizzata in occasione della Festa del Cinema di Roma, l’esposizione propone una collezione di immagini dei più noti protagonisti del cinema italiano del ‘900, tra cui Alberto Sordi, Sofia Loren, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Tutte le opere, che rimarranno esposte fino al 1° dicembre, appartengono all’archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di circa 110 mila immagini.
Attraverso questa mostra, realizzata in collaborazione con Daniele Luxardo, nipote del celebre fotografo, e curata dal critico fotografico Roberto Mutti, Fondazione 3M rende omaggio ai grandi volti del cinema italiano. Da grande appassionato di cinema, Elio Luxardo aveva imparato sul set a utilizzare in maniera innovativa le luci per valorizzare i volti. Nei suoi scatti, il fotografo riesce infatti a far emergere le caratteristiche di ognuno dei suoi soggetti, sottolineando l’ironia di uno sguardo e la forza seduttiva di un altro, le posture più classiche e quelle insolite. Le opere di Luxardo trasmettono inoltre un senso di plasticità, grazie alla scelta delle riprese laterali, che vedono corpi e volti occupare lo spazio in diagonale.
Elio Luxardo: il fotografo dei divi di Cinecittà
Nato da genitori di origini italiane in Brasile, Elio Luxardo (1908-1969) si afferma inizialmente come autore di documentari, imparando il mestiere della fotografia dal padre, fotografo di professione. Trasferitosi a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia col sogno di diventare regista. Abbandona però quasi subito la scuola per entrare nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva l’attività affermandosi rapidamente come ritrattista. Proprio in questa veste, il fotografo è stato in particolar modo apprezzato dai divi di Cinecittà per la sua capacità di ricercare la bellezza nei volti e nei corpi, e di realizzare scatti che non erano mai ripetitivi.