Culture
La Rotta di Enea descritta da Virgilio protagonista alla Bmta di Paestum.
Da Troia fino a Pratica di mare passando pe il Salento, la Sicilia, il Parco del Cilento e Cuma l'itinerario turistico-culturale proposto al Consiglio d'Europa
Dalla mitica Troia a Lavinium, che oggi si chiama Pratica di mare, passando per Castro nel Salento, Drepanon-Trapani, il Parco del Cilento-Valle di Diano e Cuma nell’area Flegrea. Segue la rotta delle avventure di Enea così come le cantò Virgilio, l’itinerario turistico culturale in 21 tappe tra archeologia, cultura e natura proposto al Consiglio d'Europa con il nome di La Rotta di Enea. L’itinerario, che sarà presentato nel corso della Borsa mediterranea del turismo archeologico in programma a Paestum dal 14 al 17 novembre dal Comune e dal Museo archeologico di Castro, parte dai siti Unesco della Grecia, attraversa l’Albania, la Tunisia e l’Italia. Se la partenza è d'obbligo dai resti archeologici dell’antica Ilios di omerica memoria e dal Monte Ida, le tappe sono diverse e tutte affascinanti, da Delos con il suo santuario alla fenicia Cartagine, da Castrum dove Virgilio colloca l'approdo di Enea in Italia e dove gli archeologi hanno portato alla luce uno splendido tempio di Atena-Minerva con la statua di culto più alta della Magna Grecia (nella foto), a Pozzuoli (l'antica Cuma) prima colonia greca di tutto il Mediterraneo occidentale, celeberrima per l'antro della Sibilla. Un itinerario sulle tracce dell’eroe troiano che tocca luoghi molto suggestivi della civiltà mediterranea, in una cornice di paesaggi verdeggianti.
In Turchia, ad Antandros, nel distretto di Edremit, gli scavi sono iniziati diciotto anni fa e non si sono ancora fermati. E proprio da qui, con la Fondazione Lavinium, la Rotta di Enea prende il via. Del resto, per Virgilio, Enea è l’eroe dell’incontro e della mescolanza e con questo itinerario turistico-archeologico-marittimo il giro inizia proprio da questo splendido angolo di mondo per poi giungere fino in Europa attraverso la stessa mappa dell’Eneide.
Il progetto prevede anche la costruzione di due imbarcazioni utilizzando materiali e tecniche d’epoca, senza l’ausilio di strumentazioni moderne. Anche il legname sarà di quell’epoca. Sarà tagliato lungo i pendii del Monte Ida alle cui pendici si trova Antandros. Una volta realizzate, le due imbarcazioni solcheranno il mare alla volta di Castro e poi di Roma, seguendo la rotta indicata dallo stesso Virgilio.