Culture

Massini e le nuove frontiere del teatro contemporaneo

di Lucilla Noviello

La bravura di due attori quali  Marco Brinzi e Ciro Masella rende la commedia Gioco di specchi, di Stefano Massini, in scena al Teatro Argot di Roma fino al 1 maggio e poi in tournè in tutta Italia, un dialogo sul sogno e sul cammino della vita che per il primo quarto d'ora di spettacolo fa sperare il pubblico in un divenire anche scenico. Invece le parole tra Sancho e il suo improbabile don Chisciotte continuano per l'intera durata dello spettacolo in un capovolgersi di ruoli o di intonazioni o anche semplicemente di umori che conduce i personaggi soltanto ad affermare che nulla è certo nell'esistenza umana: neppure il momento della morte.   Ma se tale riflessione o assioma può essere compreso e tollerato, per quanto banale e aspettato, da chi assiste, ciò che invece tristemente delude - specialmente perché non è mai da imputare ad un'interpretazione impeccabile e a una regia che cerca - quasi disperatamente - di rendere vivace qualcosa che è solo pensiero - e molto spesso arrovellato - oppure discorso che si perde o si autodefinisce filosofico, rendendo però la filosofia qualcosa di confuso e complicato - e non più la madre del pensiero che ordina l'essere - è la storia stessa. Eppure, di paradosso in paradosso, il pubblico, lasciando la sala, non si sente definitivamente deluso. E' così potente il teatro - malgrado tutto - che sanno suscitare ed evocare i volti e le movenze e le splendide e mutevoli voci di   Marco Brinzi e Ciro Masella - quest'ultimo anche regista di Gioco di specchi -  che non tutto sembra perduto. Nella nostra memoria risuona perciò non un testo stonato - che forse andrebbe condotto verso una qualche azione - ma l'arte di chi gli ha dato, con molta grazia, il corpo.     

Gioco di specchi, di Stefano Massini. Regia di Ciro Masella. Con Marco Brinzi e Ciro Masella. Al teatro Argot di Roma fino al 1 maggio e poi in tournè.