Culture
Nella Tenacia dei Colori vivaci di Cristina Salvio la rinascita dalla violenza
L'opera racchiude la storia di donne vittime di maltrattamenti e il tormentoso percorso per affrontare il capitolo più difficile: la denuncia del carnefice
Principessa scozzese con animo irrequieto ma con cuore d’oro, Merida è nell’immaginario di Walt Disney il personaggio tenace dai capelli rossi che si distacca dal suo ruolo principesco per governare il popolo fuori dagli schemi convenzionali del regno. Questa eroina rinasce a Napoli con un’associazione, Merida, impegnata nell’azione di contrasto e di prevenzione della violenza di genere. Presidente dell’associazione è Maria Cristina Salvio che nel suo primo libro, “La tenacia dei colori vivaci”, racchiude le storie di tante donne vittime di maltrattamenti. Donne diverse, che non hanno i capelli rossi come Merida DunBroch, protagonista del film di Walt Disney, ma simili tra loro e con una visione propositiva di speranza per uscire da quella “zona” grigia in cui si dibattono.
Il libro, edito da Oceano Edizioni, è un foglio bianco che si tinge dei colori della storia di Daniela, a partire dal bianco del suo matrimonio con Luca, passando per il grigio di un rapporto che comincia ad imprigionarla ed isolarla, affondando nel fango delle violenze domestiche che raggiungono il culmine nel nero di un delirio che avrebbe portato suo marito ad ucciderla. Un destino che cambia in pochi attimi decisivi e spinge la protagonista a tutelarsi attraverso la denuncia, cominciando da quel momento un percorso di riabilitazione e redenzione fatto di simbolici colori vivaci che rappresentano i riferimenti necessari per la rinascita di ogni donna che si ritrova, dopo aver denunciato il proprio carnefice, avulsa da qualsiasi contesto di riferimento e privata della propria identità sociale e morale, sospesa ad affrontare il capitolo più difficile della sua vita: la denuncia di suo marito, tinta di rosso: “il rosso della determinazione dopo la sottomissione, il rosso della risoluzione, della decisione, era la passione che si era risvegliata, perché aggrappata alla vita.”
Da quel momento, la storia di Daniela riesce a tingersi lentamente e faticosamente dei colori simbolo della rinascita attraverso un percorso difficile ma non impossibile in cui il blu dell’apertura mentale, il fucsia della solidarietà femminile, l’arancione della tutela legale ed infine il giallo della ritrovata possibilità di amare riescono a fornire alla protagonista delle vere e proprie armi di rinascita che la porteranno fuori dal tunnel della violenza e dell’annientamento psicologico, sociale e morale.
La ritrovata identità a metà di Daniela è verde come la speranza, “verde come un filo d’erba mosso dalla carezza di un vento gentile”. Questo vento che accompagna tutto il romanzo, talvolta vorticoso ed impetuoso, fastidioso ed insidioso, infine si calma, diventando la carezza gentile di cui ogni donna ha bisogno per rifiorire.
L’autrice Atraverso il suo ruolo di esperta in Comunicazione, Maria Cristina Salvio ha inteso sensibilizzare le donne che spesso per paura o pudore non denunciano le violenze subite. Il romanzo ha ottenuto il secondo posto al premio internazionale di letteratura Lucius Annaeus Seneca con l’omonimo racconto breve “La tenacia dei colori vivaci” a cui si ispira questa prima opera letteraria.