Spazio: Nature, scoperti 3 pianeti abitabili simili alla Terra
A 39 anni luce dalla Terra sono stati scoperti tre pianeti abitabili 'simili' per dimensioni e temperatura alla Terra
A 39 anni luce dalla Terra sono stati scoperti tre pianeti abitabili 'simili' per dimensioni e temperatura alla Terra. Lo ha reso noto un team di ricercatori dell'universita' di Liegi, secondo quanto riferisce Nature. I tre pianeti quasi-Terra sono stati individuati nelle vicinanze di una stella nana ultrafredda e sono simili in dimensioni e temperature alla Terra e a Venere, il secondo pianeta del nostro sistema solare.
"Questa e' la prima opportunita' di trovare tracce chimiche di vita all'esterno del nostro sistema solare", ha spiegato Michael Gillon, dell'universita' di Liegi, astrofisico a capo del team di ricercatori. Tutti e tre i pianeti hanno la "combinazione vincente" di essere simili in dimensioni alla Terra e di essere, quindi, "potenzialmente abitabili" perche' le dimensioni e la temperatura rendono possibile la presenza di acqua allo stato liquido. Non solo. Sono relativamente vicini in modo da rendere la loro atmosfera analizzabile con strumenti gia' in uso come spettroscopi.
La stella, battezzata Trappist-1 (dal nome del telescopio usato in Cile per scoprire i tre potenziali cugini della Terra) e' circa un ottavo delle dimensioni del Sole e significativamente piu' freddo Osservandolo per diversi mesi gli astronomi si sono accorti che la sua traccia all'infrarosso diminuiva di intensita' ad intervalli regolari, classico segnale indiretto della presenza di pianeti, non visibili direttamente. Dei tre esopianeti (esterni al sistema solare) i due piu' vicini a Trappist-1, avevano un'orbita di 1,5 e 2,4 giorni e vengono investiti solo da, rispettivamente, 4 e 2 volte il quantitativo di energia che la Terra riceve dal Sole. Il terzo e piu' distante ha un orbita tra i 4 ed i 73 giorni "Finora l'esitenza di questi cosiddetti 'mondi rossi' orbitanti intorno a stelle nane ultrafredde era pura teoria ma ora ne abbiamo non solo uno ma ben tre", sottolineato il co autore della ricerca, Emmanuel Jehin