William Shakespeare a teatro, quando classico non è museo
di Lucilla Noviello
Tutta attraversata dalle musiche di scena di Nicola Piovani, La Dodicesima notte di William Shakespeare, al Teatro Eliseo di Roma fino al 20 marzo e poi in tournè a Brescia, Como, Bolzano, Palermo e in tutta Italia, interpretata e diretta da Carlo Cecchi, è l’esempio interessante, divertente e molto bello di come il teatro classico, quello inglese in questo caso, viva sempre. E lo faccia non come un esempio semplicemente filologico o museale, ma in maniera teatrale, appunto, con una messa in scena in cui la musica è protagonista e la traduzione di Patrizia Cavalli dia, attraverso l’aspetto drammaturgico della commedia, un contributo di movimento e di sensualità. Tale è infatti uno degli aspetti significativi di quest’opera shakespiriana, in cui tutti i personaggi sono mossi da intenti dettati dal desiderio e dai sensi; in cui i topoi della letteratura e del teatro latino sono il motivo del facile intreccio – il comico, i gemelli, lo scambio di persona, la lettera – ma non solo : diventano la ragione del divertimento e del piacere di tutte le classi sociali e anche della cultura propria di queste. Gli attori che si muovono sul palcoscenico sono tutti molto bravi, possiedono pienamente il senso del ritmo teatrale che la regia di Carlo Cecchi ha studiato con garbo: soprattutto Barbara Ronchi, che interpreta la contessa, e Loris Fabiani, nei panni di Sir Andrew, sono un esempio di bravura in ruoli in cui potrebbero essere indotti in sbavature o esagerazioni ma in cui loro, come attori dotati di capacità e intelligenza scenica, invece, non cadono mai. Interessante è anche la scelta di Carlo Cecchi di non scegliere attori molto giovani, quasi un’allusione al fatto che il desiderio e il piacere – quello musicale, quello fisico – siano desideri che non hanno limite nella passione, non in quella giovanile almeno, ma continuano ed esistono in ogni fase della vita umana. Così come il comico e il ridicolo non sono prerogativa di una classe sociale ma possono essere presenti in tutte. Perché sbagliare o sognare capita a ogni uomo e a ogni donna.
La dodicesima notte, di William Shakespeare. Regia di Carlo Cecchi. Con Carlo Cecchi, Remo Stella,Giuliano Scarpinato, Rino Marino, Eugenia Costantini, Davide Giordano, Federico Brugnone, Barbara Ronchi, Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Loris Fabiani, Dario Iubatti. Musiche di Nicola Piovani. Traduzione di Patrizia Cavalli. Al Teatro Eliseo di Roma fino al 20 marzo, poi in tournè a Brescia, Como, Bolzano, Palermo e tutta Italia.
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